Sindacati pronti allo scontro Cgil, Cisl e Uil: no a stravolgimenti Il presidente della Camera Casini «Importante la concertazione»
Dopo il fuoco di sbarramento dei giorni scorsi a qualsiasi intervento strutturale, Cgil, Cisl e Uil ieri hanno bocciato senza appello la soluzione che sembra profilarsi nella maggioranza per elevare di fatto l'età pensionabile senza toccare da subito le pensioni d'anzianità: dal 2008, cioè, per poter lasciare il lavoro prima del tempo saranno necessari 40 anni di contributi, mentre decadrebbe l'altra opzione che consente oggi al lavoratore di percepire il trattamento d'anzianità anche con 35 anni di contributi e 57 anni di età. Il timore dei sindacati è anche quello di trovarsi di fronte, quando comincerà il confronto con le parti sociali, ad un testo già definito, nonostante ieri più di un ministro si sia affrettato a precisare che la proposta non sarà blindata. Il ministro centristra, Rocco Buttiglione ha messo in guardia gli alleati da «eccessi di ottimismo per vendere la pelle dell'orso prima di averlo ammazzato». Ma una certa cautela è venuta anche dai colleghi Alemanno e Maroni. Secondo il primo, infatti, solo dopo la riunione dei leader della Casa della Libertà si potrà parlare di accordo, mentre per il ministro leghista, la proposta allo studio del governo non è blindata. Maroni poi confida di chiudere lunedì e avverte: «La riforma va nella delega non nella Finanziaria. Ciò significa che non serve a fare cassa e neppure che sarà approvata dopo la Finanziaria». Sul problema è intervenuto anche il presidente della Camera Casini richiamando alla concertazione con le parti sociali. Ma Cgil, Cisl e Uil sono pronti a mobilitarsi e bocciano qualsiasi misura che possa «stravolgere la riforma Dini». «Il governo ci presenti finalmente la sua proposta: se ci piacerà diremo di sì ma se non ci piacerà - avverte il leader della Cisl, Pezzotta - faremo quello che è nostro dovere». Il leader della Uil, Angeletti, insiste sugli incentivi. Critiche dalla Confindustria. Il leader degli industriali, Antonio D'Amato, chiede tempi stretti e disincentivi alle pensioni d'anzianità. D'Amato poi è dell'idea che «le pensioni servono anche a fare cassa» pertanto, vanno inserite nella Finanziaria. E il presidente della Fiat Agnelli avverte: le ipotesi finora presentate mi sembrano insufficienti.