«Caro petrolio» ed euro deprezzato Prezzi in salita alla produzione
Lo rivela l'Istat.L'incremento è dovuto principalmente «al caro-petrolio e al deprezzamento dell'euro». Al netto di petrolio, energia elettrica, gas e acqua la variazione congiunturale di luglio è nulla mentre quella tendenziale risulta pari al +1 per cento. La variazione tendenziale, la minore da settembre 2002 (quando l'indice segnava il +0,9%), sottolinea l'Istituto, si spiega per un «favorevole effetto base», visto che l'aumento del luglio scorso su base congiunturale era molto alto e pari allo 0,4 per cento. La variazione media degli indici degli ultimi 12 mesi rispetto a quella dei 12 precedenti è stata pari al +1,8 per cento. E ancora, la variazione dei primi sette mesi di quest'anno, confrontata con quella dello stesso periodo dell'anno passato, è risultata pari al 2,1 per cento. Tra i settori principali di industria l'aumento maggiore è stato registrato per il comparto energia (+0,9% mensile e +1,9% annuo). Cresce anche l'inflazione all'origine dei beni strumentali (+0,3% congiunturale e +0,9% tendenziale). Incremento moderato per i beni di consumo rispetto al mese di giugno (+0,1%), mentre su base tendenziale l'aumento è del 1,6 per cento. Unico comparto in flessione a luglio è quello dei beni intermedi (-0,3% a confronto con il mese precedente ma +0,8% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Nel dettaglio, gli aumenti più corposi, per quanto riguarda la variazione congiunturale, hanno riguardato i prodotti petroliferi raffinati (+2,5%), i mezzi di trasporto (+1%), gli alimentari, le bevande e il tabacco (+0,4%).