Antitrust: binari aperti alla concorrenza straniera
Il verdetto espresso oggi dalla Commissione Antitrust Ue guidata da Monti imprime una forte spinta al completamento della liberalizzazione dei servizi di trasporto ferroviario europeo. Il pronunciamento sul contenzioso tra le Fs italiane e la società privato Gvg, (con sede a Francoforte e attiva già nei trasporti aerei e ferroviari nei vari paesi europei), mette fine a una vertenza sfociata nel 2001 in un accordo, ma soprattutto costituisce un importante precedente. Facile prevedere la decisione della Commisione, definita di «portata storica», farà da apripista per le imprese che vogliono entrare nei mercati dell'Unione, anche in quelli ancora oggi più protetti. Il caso muove dalla società tedesca Georg Verkehrsorganisation,(Gvg), che potrà ora fare treni passeggeri due volte al giorno da varie città della Germania a Milano, via Basilea. A beneficiare della nuova concorrenza saranno intanto gli utenti: il viaggio sarà infatti di un'ora più corto perchè senza fermate intermedie grazie alle coincidenze con gli Intercity a Basilea. Ma soprattutto, la decisione di Monti produrrà scossoni maggiori laddove le resistenze a fare entrare operatori sulle proprie linee ferrate sono più forti, come nel caso della Francia. E anche se il caso sotto esame dell'Antitrust ha visto protagonisti le Fs italiane e l'impresa tedesco, il monito non rappresenta una novità per Italia, Germania e Paesi Scandinavi dove già dal 2001 di fatto il traffico merci è liberalizzato (in vista della scadenza del 2008 per esserlo completamente), così come quello passeggeri. «Non c'è nessuna sanzione». Così il presidente e a.d. delle Fs, Giancarlo Cimoli, ha chiarito la vicenda. Cimoli ha quindi ricordato che «la cosa è nata nel '98. Poi, via via, sono venute fuori nuove leggi, nuove norme delle Ue, e chiaramente, non avendo sanzioni, vuol dire che la cosa si è chiusa normalmente anche per noi. Non c'è più nessun problema». Sul fronte dell'inflazione, il presidente delle Fs ha sottolineato che l'aumento «non può essere certo dettato dalle tariffe ferroviarie, che sono bloccate da due anni e mezzo». Il caso Fs-Gvg infatti risale al '95, quando l'impresa privata Georg Verkehrsorganisation chiede a Fs di poter fare trasporto passeggeri due volte al giorno da più punti della Germania a Milano, sulla base della direttive Ue del '91 sulla liberalizzazione del trasporto ferroviario. La direttiva prevedeva la possibilità di operare a condizione che si costituisse associazione internazionale d'impresa con una società del paese in cui si intendeva far viaggiare i treni. Le ferrovie italiano avevano però rifiutate di discutere le condizioni di accesso e di prestare servizi di trazione, quali il noleggio delle locomotive. Gvg presentò ricorso e ne seguì un contenzioso che trovò soluzione (anche in ragione del rischio di forti ammende), nel 2001 con un accordo di associazione internazionale nel quale Trenitalia si impegnava a fornire i necessari supporti attraverso tariffe di mercato.