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Tra le richieste patente professionale e maggiori tutele Camionisti sul piede di guerra dal 22 al 26 settembre è sciopero

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La protesta fa capo alla Fita Cna che ribadisce i tre punti del disagio che hanno portato a proclamare lo stato di agitazione: indifferenza del Governo sullo stato di crisi del settore, arroganza della committenza, salvaguardia dell'occupazione. «L'iniziativa - spiega il presidente nazionale, Franco Coppelli - si inquadra in una serie di rivendicazioni con particolare riguardo a temi come la responsabilità dei committenti, la patente professionale, la restituzione del Bonus fiscale, gli interventi per la competizione europea e una nuova regolamentazione del settore escludendo la liberalizzazione». E Coppelli oltre a contare sulla mobilitazione dei 40.000 aderenti alla Fita Cna, invita «tutta la categoria ad una totale adesione che possa svegliare il Governo rispetto al perdurare di uno stato di crisi del settore, più volte denunciato, aggravato da una pericolosa congiuntura economica e dalle errate scelte o mancate risposte dell'Esecutivo». L'organizzazione ha in programma una vasta azione di volantinaggio a partire già dai primi giorni di settembre. Nei volantini saranno spiegate le motivazioni dello sciopero, che «non mira a chiedere incentivi - spiega il segretario generale della Fita-Cna, Maurizio Longo - Nella nostra piattaforma, infatti, figura, e non per nostra richiesta, solo il rimborso dell'accise». Quello che si chiede è «la responsabilità diretta dei committenti su tre punti, e cioè il superamento dei tempi di guida e di riposo, il sovraccarico, ed il personale in regola. Le attuali norme in vigore avvantaggiano solo i committenti». Ma sul tavolo della Fita-Cna ci sono anche altre richieste, a partire dalla patente professionale: «Vorremmo alcune modifiche del codice della strada con l'introduzione della patente professionale - afferma il segretario generale della Fita-Cna - Vogliamo cioè 20 punti per guidare l'auto e venti punti per lavorare». Tra le richieste anche maggiori tutele in vista dell'allargamento dell'Unione europea «che a partire dal 1 maggio 2004 consentirà agli sloveni di venire liberamente in Italia per lavori di cabotaggio» aggiunge ancora Longo. Fra le rivendicazioni dell'associazione anche la restituzione del bonus fiscale. «Ci siamo sentiti discriminati rispetto alla vicenda delle quote latte - ha detto - Agli allevatori sono stati riconosciuti 14 anni senza interessi e a noi vengono chiesti 4 anni con gli interessi. Senza contare che molti degli allevatori avevano frodato mentre gli autotrasportatori hanno solo applicato una legge dello Stato». Secondo la Fita, la cifra del bonus fiscale che la categoria dovrebbe restituire si aggira attorno ai 1.500 miliardi di vecchie lire.

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