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Conti pubblici, paletti agli aiuti di Stato

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Le dettagliate linee-guida puntano ad evitare casi clamorosi come lo sforamento del tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil della Francia che stava per essere occultato attraverso un'interpretazione troppo benevola di norme pubblicate l'anno scorso. Vengono precisate le condizioni in base alle quali le «iniezioni di capitale» compiute da governi in società pubbliche vanno registrate come «transazioni finanziarie» senza effetti sul rapporto tra saldo di bilancio e Pil oppure come «spese dello Stato» con un impatto sul deficit/surplus. Gli esperti di Eurostat hanno infatti notato che talvolta gli stati forniscono aiuti a gruppi pubblici o sotto il loro controllo senza contabilizzarli come spesa pubblica ma solo come transazione finanziaria giustificata da acquisto di azioni in aumenti di capitale o concessione di prestiti. In «alcuni casi», afferma la nota senza precisare meglio, è stato necessario «riclassificare» queste operazioni come «trasferimenti in conto capitale», quindi inserendole fra quelle che creano deficit pubblico. Il riferimento, seppur implicito, è chiaro: si vuole evitare il ripetersi del caso creato da una società francese di infrastrutture ferroviarie talmente deficitaria da dover essere ricapitalizzata dallo stato ogni anno senza che l'operazione figurasse fra quelle che creano deficit a Parigi.

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