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Effetto Francia su Eurolandia. Ripresa lontana

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Economia francese in calo (-0,3%). Sarà rivista la crescita del pil europeo (-0,1%)

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Chirac deve fare i conti col più brusco calo di Pil dal 1995 (meno 0,3% nel secondo trimestre) ed esibisce il non invidiabile primato negativo: peggio di Italia e Germania che si sono fermate al meno 0,1%. Lo stesso -0,1% che si dovrebbe registrare, proprio a causa del tonfo francese, secondo indiscrezioni Eurostat, in tutta Eurolandia. Ma se il dato di Parigi è certo, quello dei Paesi Ue sarà reso noto soltanto il 9 settembre. Se dovesse essere confermata la prospettiva di una crescita negativa, si tratterebbe della seconda volta che una circostanza di questo genere si verifica nella storia dell' Eurozona, dopo il -0,2% registrato nel quarto trimestre del 2001. Ma allora c'era stato l' attacco dell' 11 settembre alle torri Gemelle di Manhattan. Insomma Francia, prima, poi Italia, Germania e, si aspettano i dati spagnoli (noti il 2 settembre), spingono la crescita europea verso il basso. All'origine di quella che il ministero dell'Economia e delle Finanze francese definisce una situazione "eccezionale", sarebbero oltre che le conseguenze della guerra in Iraq, la cattiva congiuntura internazionale. Ma Parigi non vuol cedere al pessimismo e ribadisce che questo meno 0,3% "non è rappresentativo di una tendenza", e che esistono "un certo numero di segnali un miglioramento internazionale negli Usa e nella zona euro". Ma gli economisti sostengono che si allontana sempre più l'obiettivo ufficiale di una crescita del Pil nel 2003 dell'1,3%. Non più dello 0,5- 0,8% stimano. Ma non sono soltanto gli economisti francesi ad esercitarsi in fosche previsioni. Giacomo Vaciago guarda lontano, alla Palestina e all'Iraq per spiegare la crisi. "La ripresa europea tarda a venire perché i consumatori italiani, tedeschi e francesi sono paralizzati dalla paura di ciò che sta succedendo alle porte di casa, in Iraq e in Medio Oriente. Tragedie di fronte alle quali i Governi dei grandi d'Europà assistono impotenti". Alberto Quadrio Curzio, professore di economia alla Cattolica di Milano guarda invece agli Usa. In America per porre rimedio ai disastri dell'11 settembre, dice l'economista, si è attuata una buona politica monetaria e fiscale e in Europa? Non si arriverà neanche allo 0,8-1% di crescita, sostiene, ma non dovrebbe andar peggio di così nei prossimi mesi. "Una ripresa dell'economia europea per fine anno la vedo - sostiene - Che poi porti ad un tasso di crescita media annua per l'Ue vicino allo 0,8-1% ho dei dubbi: dovremmo andare ad un secondo semestre con una crescita di 1,5-1,7%, che sinceramente è molto difficile da raggiungere".

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