Borse giù, la paura viene dal Medio Oriente
Ieri, invece, i morti e l'instabilità in Medioriente hanno pesato sulla bilancia dei fattori negativi che caratterizzano la congiuntura economica mondiale. E le Borse europee hanno pagato lo scotto in termini di vendite. Secondo l'economista Giacomo Vaciago, se la ripresa tarda a venire è perché i consumatori europei sono paralizzati dalla paura. L'effetto lo si vede subito e non solo nel Vecchio Continente: è bastata la notizia, seccamente smentita dal Pentagono, della cattura di Bin Laden, per ridare ossigeno alle contrattazioni sui mercati Usa. Ma la volatilità è in agguato ed è segno di instabilità. In questi giorni è stato un susseguirsi di dati non confortanti che hanno sfiancato tanto Wall Street quanto le piazze europee. In Usa, l'ottimismo per una rapida ripresa (dovuta soprattutto a una tempestiva politica monetaria e fiscale) è stato messo a dura prova dall'indice Michigan sulla fiducia sceso a sorpresa dai 90,9 punti di luglio a 90,2 punti. E anche il dato sul disavanzo non ha giovato: in un mese gli Stati Uniti hanno «bruciato» oltre 54 miliardi di dollari portando il deficit di bilancio a 323,98 miliardi di dollari. Così a metà giornata entrambi gli indici americani cedono mezzo punto in percentuale. Nel Vecchio Continente, il dato macro-economico più rilevante è quello che riguarda il pil francese, sceso inaspettatamente nel secondo trimestre dell'anno dello 0,3%, cosa che influisce anche sul dato di crescita di Eurolandia che sarà negativo dello 0,1%. Tanto che gli analisti considerano ormai «una chimera" l'obiettivo di un tasso di crescita medio annuo dello 0,8-1% per i paesi della zona euro. Anche la moneta unica risente dei venti di recessione. E anche ieri ha veleggiato sotto quota 1,11 tornando ai livelli dell'aprile scorso. La Borsa di Parigi guida così il ribasso con un calo dello 0,92%; segue Londra in calo dello 0,79%. Meno tirata Francoforte, giù dello 0,20% ma non ancora chiusa, grazie all'indice di fiducia Zew, che in controtendenza sul clima generale ad agosto è balzato a 52,2 punti dai 41,9 di luglio. Sulle piazze finanziarie hanno prevalso le vendite, a eccezione del comprato tecnologico. Milano infatti chiude le contrattazioni notevolmente contrastata, con il Numtel che balza a +2,76% (mentre il Mibtel cede lo 0,49% e il Mib30 lo 0,59%). Tra le blu chip i titoli migliori sono Capitalia che guadagna il 2,47%, a un soffio da quota 2 euro, dopo la conferma di un interesse da parte di Colaninno per una quota pari all'1-1,5%. Il titolo dell'istituto capitolino doppia il rialzo di martedì: passati di mano più di 39 milioni di pezzi, più dell' 1,76% del capitale sociale, oltre il doppio della media a 30 giorni. Cede Fiat (-1,75%) e tutto il comparto assicurativo, penalizzato in tutta Europa.