Pensioni, gli statali sotto tiro
Braccio di ferro nella maggioranza sul giro di vite al pubblico impiego
Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e il collega del Welfare, Roberto Maroni, infatti, torneranno ad incontrarsi per un secondo round intorno al 25 agosto. Sul tavolo le modifiche da apportare alla delega sulle pensioni per rendere effettivamente strutturale la riforma e che saranno, secondo quanto concordato a luglio dai due ministri, prima sottoposte ai leader di maggioranza e poi all'esame delle parti sociali. La direzione degli emendamenti sembra comunque già tracciata: escluso il coup de teatre di un taglio agli assegni di anzianità, nel mirino sembrano entrati gli statali e i trattamenti di invalidità. Ma il giro di vite sulle pensioni del pubblico impiego annunciato da Maroni e ribadito dal leader del Carroccio, Umberto Bossi, sembra avere un futuro davvero difficile: la levata di scudi oltre che dei sindacati anche di Alleanza nazionale, a cominciare dal suo presidente e vicepremier, Gianfranco Fini, non potrà essere certo ignorata dalla coalizione. All'esame, inoltre, anche un prelievo di solidarietà sulle pensioni d'oro e la possibile estensione a tutti del metodo di calcolo contributivo pro-rata. Non si sono invece mai sopiti i rumors su di un possibile decreto di blocco delle finestre di pensionamento. Un intervento esclusivamente di cassa e temporaneo, valido soltanto per bloccare le uscite quanto basta, da ritirare o da far decadere non appena abbia esplicato i suoi effetti finanziari nonostante il ministro Maroni, prima della pausa estiva, abbia assicurato che «non ci sarà nessun provvedimento esterno alla delega». I sindacati, intanto, continuano a far rullare i loro tamburi di guerra. E lo sciopero generale, questa volta unitario, è appena dietro l'angolo se il governo non dovesse raccogliere le correzioni alla delega presentate da Cgil, Cisl e Uil: eliminazione della decontribuzione e trasformazione da obbligatorio a volontario dell'uso del tfr per la previdenza complementare. Secondo il segretario generale dell'Ugl, Stefano Cetica il «governo rischia black out sociale se pensa di eludere il confronto con i sindacati». Ma anche Confindustria mostra inquietudine. Le imprese soffrono la stagnazione. La riforma delle pensioni, dunque, potrebbe essere il tassello mancante, come non hanno mai smesso di ripetere in questi mesi i piani alti di Viale dell'Astronomia. Con i risparmi ottenuti dalla previdenza, infatti, si potranno liberare quelle risorse necessarie a finanziare quello sviluppo essenziale per la competività del paese.