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Banche, i depositi resistono

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Soprattutto se si considera l'effetto-erosione prodotto dall'inflazione. Meglio movimentare i risparmi verso forme di investimento remunerative, magari transitando proprio dai conti correnti bancari. Il gruzzolo che gli italiani continuano a tenere nei forzieri degli istituti è però di tutto rispetto: in media 17.755 euro a famiglia. Il dato emerge incrociando i numeri di Bankitalia sulla consistenza dei depositi delle famiglie consumatrici con quelli del censimento Istat sui nuclei familiari. La ripartizione per Regioni evidenzia che il maggior concentrato di ricchezza parcheggiata in banca (una media di 24.681 euro a famiglia) è in Trentino Alto Adige. La fotografia per macro-aree, in base allo stock di depositi nel primo trimestre del 2003, mostra la maggior consistenza media nel Centro Italia (20.867 euro), trainata dal dato del Lazio che, con 23.000 euro a famiglia, segue il Trentino e supera la Lombardia (22.541 euro). La regione meno risparmiosa è la Calabria: con 9.791 euro in media per nucleo familiare dista quasi 29 milioni di lire dal Trentino. La disponibilità liquida dei depositi delle famiglie italiane non deve sorprendere: secondo le definizioni di Bankitalia l'aggregato comprende non solo i conti correnti, remunerati pochissimo e utilizzati ormai dalla clientela come strumento di gestione delle spese quotidiane, ma anche forme di investimento come i pronti contro termine, i certificati di deposito, i conti correnti e i depositi vincolati, che continuano a essere privilegiate dalla famiglie, anche in periodi di vacche magre come quelli imposti dall'attuale livello dei tassi.

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