Economia Ue in frenata, il Pil è in stallo Quadro cupo del secondo trimestre per i 12 dell'area euro. Prodi sdrammatizza: gli Usa stanno peggio
Pur se ampiamente previsti, i dati preliminari sul Pil del secondo trimestre diffusi da Eurostat disegnano un quadro cupo relativo al sistema dei dodici paesi dell'area dell'euro. Se a questi si aggiungono Gran Bretagna, Svezia e Danimarca, e si analizza dunque l'Unione europea, il risultato è identico. In entrambi i casi, il prodotto interno lordo del periodo aprile-giugno è rimasto invariato rispetto ai tre mesi precedenti. Nei confronti del secondo trimestre del 2002 il Pil della zona euro ha registrato un progresso dello 0,4%. In attesa dei risultati definitivi, che potranno al massimo spostare qualche decimale, le conclusioni possono già essere tratte: la temuta frenata dell'economia europea si è verificata in pieno. Occorre ricordare che nel primo trimestre 2003 era stato registrato un impercettibile incremento del Pil dello 0,1%. Si attende adesso con speranza la ripresa, che, secondo la maggioranza degli economisti, dovrebbe materializzarsi in questo semestre, per farsi più consistente nel 2004. Ma è un ritornello già sentito sia nel 2001 che nel 2002. Ad ogni modo, le previsioni della Commissione Europea per il futuro immediato sono per un terzo trimestre di crescita compresa tra lo 0 e lo 0,4%, mentre per il quarto e ultimo trimestre il Pil è stimato in aumento tra lo 0,2 e lo 0,6%. Secondo Bruxelles, l'accelerazione nel quarto trimestre dovrebbe derivare sia da fattori interni, come il miglioramento della fiducia dei consumatori, sia da fattori esterni, quali la crescita del settore manifatturiero Usa. Degli stenti dell'economia europea ha parlato il presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, secondo cui uno dei motivi è «la frammentazione delle decisioni, che rende più lente le conseguenze». Ma Prodi ha ribadito che l'economia americana non è più sana di quella europea: «Lì c'è un deficit commerciale enorme e una assoluta mancanza di risparmio da parte delle famiglie. Da noi la situazione è più equilibrata». Il Paese più in difficoltà si conferma l'Olanda, che, dopo il -0,2% del quarto trimestre 2002 e il -0,3% del primo trimestre, ha fatto segnare un -0,5% nel secondo trimestre: si tratta della conferma della recessione in senso tecnico, definita come due trimestri di calo consecutivo del Pil. Ma la recessione è vera, poiché ci sono stati tre cali sensibili. Solo di recessione tecnica si può parlare invece per la Germania, che, dopo il -0, 2% del primo trimestre, ha visto il -0,1% del secondo. Un calo marginale, dunque, tanto che per il Cancelliere, Gerhard Schroeder, «nell'attuale fase non parlerei di recessione, ma di stagnazione. Vi è stata una stagnazione nei primi due trimestri».