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Prezzi, Marzano e governatori ai ferri corti

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Le Regioni: non spetta a noi il controllo dei mercati. Le ragioni dell'inflazione sono altrove

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E la colpa della crescente inflazione è delle regioni. È l'opionione del ministro delle attività produttive Antonio Marzano, che con le sue dichiarazioni ha già scatenato una polemica. La riforma Bersani, spiega il Ministro, «doveva essere attuata dalle Regioni» perché «in base alle modifiche al titolo quinto della Costituzione introdotte dalla precedente maggioranza, il commercio è diventato materia esclusiva delle Regioni». Il ministro ha quindi annunciato di voler convocare le regioni. Le prime reazioni, stizzite, sono quelle dei governatori che difendono il loro operato. Storace bolla quelle del ministro come «accuse estive» e specifica che comunque non possono essere dirette alla regione Lazio, al di sopra di ogni sospetto. Vasco Errani, governatore dell'Emilia Romagna, difende la propria regione ma anche la legge Bersani, che definisce «una riforma importante». L'Emilia Romagna, spiega Errani, ha applicato la legge che «sta già dando risultati riguardo l'innovazione della rete distributiva», malgrado il «micidiale» centralismo del Governo. Anche la Lombardia «ha le carte in regola per spedire le accuse al mittente», secondo Davide Boni, capogruppo della Lega Nord, che rinvia all'euro per spiegare la genesi del processo inflattivo. Dalla Liguria il governatore Biasotti interviene: «Non credo che la colpa sia delle regioni. I nostri impegni non comprendono nulla che possa avere un effetto sui prezzi al consumo». Quanto all'autore della legge incriminata, il responsabile economico dei ds Pierluigi Bersani, ricorda al ministro che l'abolizione della compravendita delle licenze nel piccolo commercio, delle tabelle merceologiche e l'introduzione della flessibilità degli orari hanno dato «una nuova vitalità nel piccolo commercio, che non c'era più da decenni». L'origine dell'inflazione secondo Bersani sta altrove, e richiede «una pressione attiva sulla formazione dei prezzi e delle tariffe». Intanto dal governo arriva la rassicurazione del viceministro alle attività produttive Adolfo Urso, che promette di contenere i prezzi, evitando di ritoccare al rialzo le tariffe di competenza governativa. Dal canto loro i consumatori, attraverso l'Adiconsum, chiedono «sanzioni, riforma del commercio e controlli adeguati», mentre la Confesercenti accusa Marzano di partire da un presupposto sbagliato, quello che l'andamento dei prezzi dipenda dalla rete distributiva. Anche i sindacati attaccano: «Marzano sta giocando a scaricabarile» è il commento di Savino Pezzotta, leader della Cisl. Per l'Ugl il governo deve «fare la sua parte bloccando le tariffe». Il ministro, però, respinge le critiche come «infondate» e afferma che il governo ha fatto il possibile per prevenire l'inflazione, ribadendo che le competenze sono passate alle regioni, e che interventi d'autorità sui prezzi non sono consentiti nel mercato europeo.

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