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«La riforma previdenziale è il primo passo da fare»

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Possibili altri «provvedimenti ponte», ma solo nel quadro definito dalle riforme. È il vice ministro per le Attività produttive, Adolfo Urso, a delineare il quadro generale in cui inserire gli interventi del governo che potrebbero trovare spazio nella prossima manovra. Prima le riforme, a partire da quella previdenziale, «che va affrontata entro la fine dell'anno o modificando la legge delega o intervenendo direttamente in finanziaria» e poi, qualora si dimostrassero necessari, «i provvedimenti ponte, come nel caso di ulteriori sanatorie, per tovare risorse in risposta anche al documento di Confindustria e Sindacati sulla Competitività», spiega il vice ministro. Il documento, ricorda Urso, «ci pone quattro priorità che condividiamo: maggiori risorse in ricerca e innovazione, formazione, politiche per le infrastrutture e incentivi per il Mezzogiorno». Si può parlare di ulteriori condoni, insomma, «solo se prima si definiscono le riforme strutturali, altrimenti non sono presentabili in sede europea». Condono edilizio, quindi? «Visto il successo del condono fiscale, si possono realizzare altre sanatorie su questa scia. Ma sono contrario all'ipotesi che sia il governo a proporre un condono edilizio: ci sono delle ripercussioni diverse rispetto a quello fiscale, innanzitutto in termini di salvaguardia ambientale» chiarisce Urso. Riforma delle pensioni entro fine anno, quindi, ma l'obiettivo non deve essere di certo quello di fare cassa.

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