«Alle Regioni la nuova imposta sui servizi»
Somma di diverse voci: registro, bollo, concessioni governative, ipotecarie, assicurazioni
Fra le ipotesi allo studio della riforma tributaria, nell'ambito del federalismo fiscale, c'è una nuova imposta sui servizi, che potrebbe essere assegnata alle Regioni. Vegas sottolinea che l'attuale meccanismo di finanziamento rischia di aumentare il divario Nord-Sud con le Regioni meridionali, che non saranno in grado di garantire i servizi minimi indispensabili. Inoltre, il blocco delle addizionali continuerà con tutta probabilità anche per il prossimo anno e, comunque, fino al varo del federalismo. Riguardo alla prossima finanziaria, il sottosegretario all'Economia sottolinea che sarà snella e più attenta al rispetto delle norme sulle procedure di bilancio. «L'alta commissione sul federalismo istituita con la scorsa finanziaria - afferma Vegas - comincia a lavorare. La riforma Bassanini si sta rivelando costosa. Il riparto delle funzioni amministrative comporta difficoltà. Ci sono le richieste delle Regioni che vanno oltre le previsioni. Vi è un contenzioso di circa 1,4 miliardi sulle funzioni trasferite». Perciò, secondo Vegas, occorre avviare una riflessione su come modificare la normativa. La soluzione migliore è quindi quella di scegliere un'imposta e assegnarla per intero alle Regioni: «La nuova imposta regionale - afferma - potrebbe essere quella sui servizi, che nascerà dalla riforma tributaria, accorpando le attuali imposte su registro, bollo, concessioni governative, ipotecarie, le imposte sulle assicurazioni. Si tratta di un'imposta che ha una buona distribuzione territoriale con poche differenziazioni. Le Regioni potrebbero variare le aliquote, lasciando allo Stato la definizione della base imponibile». All'individuazione dell'imposta Vegas arriva per esclusione: «Ricorrere alle compartecipazioni e alle addizionali - spiega - ha poco senso. Delle grandi imposte l'Iva è quella che avrebbe la distribuzione più omogenea a livello territoriale. Però c'è l'incognita Ue. L'Irap, invece, oltre ad essere irrazionale ha lo stesso problema dell'Irpeg: non è distribuita in maniera omogenea sul territorio. Anche se non è eliminabile immediatamente per via del suo gettito di circa 35 miliardi, l'idea di un suo superamento resta perché è un'imposta irrazionale che colpisce i costi e non i redditi. Non resta dunque che puntare sulla nuova imposta sui servizi». Vegas conferma poi che il prossimo anno l'Irpeg dovrebbe scendere al 33% e le addizionali regionali e comunali dovrebbero rimanere bloccate anche per il 2004.