Pezzotta: il governo si concentri sulle priorità
«I consumi crescono solo se ci sono certezze. Basta annunci di interventi sulle pensioni»
Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl lancia un forte richiamo al governo perchè apra subito un tavolo di confronto con tutte le forze politiche e sindacali per fare il punto sugli interventi da mettere in campo. Rischiano di saltare gli obiettivi del Documento di programmazione economica? «È evidente che se questi dati saranno confermati dalle prossime rilevazioni, gli obiettivi del Dpef dovranno essere rivisti. A cominciare dal tasso d'inflazione fissato all'1,7% distante di molto da quello reale». Cosa andrebbe fatto per superare la fase di stagnazione dell'economia? «Occorre una nuova politica economica, uno scatto d'orgoglio. Vanno ripresi i contenuti del Patto per l'Italia e dell'accordo sottoscritto tra i sindacati e la Confindustria sulla competitività. Ma soprattutto chiediamo al governo chiarezza sugli indirizzi di politica economica. Invesce assistiamo a un dibattito paradossale su altri temi che però lasciano in secondo ordine le priorità. Anche io preoccupato per l'ingerenza della politica nella giustizia e sono fermamente convinto che il tema va lasciato agli organi di autogoverno della giustizia. In caso contrario il malesse sociale aumenta. La Cisl ha più volte chiesto un dibattito parlamentare sulla situazione economica. Su questo c'è un po' di latitanza, non c'è chiarezza. L'aumento dell'inflazione mette a rischio la politica dei redditi? «Siamo preoccupati per la tenuta del potere d'acquisto dei salari ma anche per quello delle pensioni. È evidente che alla luce di questa situazione qualsiasi discorso di interventi sulle pensioni cade». Con la prossima Finanziaria potrebbe arrivare anche un pacchetto di incentivi ai consumi. Va bene? «Non basta dire che bisogna spendere. I consumi crescono solo se c'è un quadro di certezze e soprattutto se la gente ha più soldi in tasca. Di sicuro il tam tam ossessivo su possibili interventi alle pensioni non aiuta». L'aumento delle tariffe? «La tesi di rincarare le tariffe per poter avviare le grandi opere non regge. Gli aumenti finiscono per scaricarsi sui redditi più bassi». E il condono edilizio come misura di emergenza? «Sono sempre stato contrario ai condoni perchè vuol dire premiare chi non ha rispettato le leggi e quindi introdurre nel sistema una sorta di lassismo. È come dire puoi infrangere le leggi tanto prima o poi arriva la sanatoria. Non è così che si risolvono i problemi».