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Inflazione, l'Istat sbaglia. A luglio sale al 2,7%

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Boom dei prezzi di frutta (+5%) e verdura (+7,1%). Aumenti anche per alcoolici e tabacchi

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Secondo l'istituto, a trarre in inganno gli esperti sarebbero stati alcuni sconti annunciati dai gestori della telefonia fissa, che promettevano tariffe più basse nella comunicazione tra fisso e mobile. Sconti che, solo più tardi, si sarebbero rivelato inferiori alle attese. Di fatto, l'Istat aggiusta il tiro, finendo per dipingere un'Italia in cui l'inflazione è ormai al galoppo. Ma Telecom ribatte: la manovra tariffaria varata dall' Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni, lo scorso 5 febbraio, comporta una riduzione media complessiva di circa il 13% sulle chiamate fisso-mobile. È quanto spiega Telecom Italia, ricordando che che questa riduzione consentirà «ai consumatori di risparmiare già nei primi 12 mesi circa 270 milioni di euro, come annunciato a suo tempo dalla stessa Autorità ». «Pertanto - sottolinea Telecom - la correzione al rialzo dell'inflazione per il mese di luglio è dovuta, come correttamente riconosciuto dall'Istat, ad un'errata stima e non ad un aumento dei prezzi». Una notizia certamente deludente, soprattutto se si pensa che giunge a pochi giorni dall'annuncio di stagnazione formulato sempre dallo stesso istituto di studi statistici a riguardo della nostra economia sulla base die dati riguardanti Pil e produzione industriale. L'inflazione, insomma, è ormai al 2,7. L'Istat rileva una variazione dello 0,1% dei prezzi relativi a famiglie di operai e impiegati. Un aumento che, su base annua, tocca quota 2,5%. In aumento, rispetto al luglio dello scorso anno, anche i prodotti alimentari. Costa in media un 3,3% in più, infatti, acquistare cibo in genere, e soprattutto comprare bevande alcoliche, che su base annua aumentano del 2,8%. Boom dei prodotti ortofrutticoli. Zucchine, carote e pomodori, insieme a tutti i vegetali, avrebbero infatti subito una vera e propria impennata nei costi di produzione a causa dei problemi legati al maltempo primaverile, e alla siccità estiva. La voce ortaggi, nel paniere Istat, sia cresciuta del 7,1% rispetto al 2002, e quella relativa alla frutta del 5%. Aumentano, inoltre, complice la crisi del turismo legata agli avvenimenti internazionali, i prezzi di alberghi ristoranti e pubblici esercizi in genere che salgono di un buon 4,2% rispetto al luglio dello scorso anno. Vertiginoso, poi, l'aumento per quanto riguarda alcol e tabacchi: 8%. In calo la voce che riguarda le spese relative alle comunicazioni. Di fatto, anche con la rettifica, i prezzi registrano una diminuzione dell'1,2% con una variazione annua che si attesta intorno a un -0,9%. Rincari maggiori rispetto al mese passato a Aosta, l'Aquila e Cagliari (+0,3%). Nessun aumento, invece, a Firenze e Bari. Ma la vera impennata è quella rilevata per quanto riguarda gli aumenti su base annua: Torino e Palermo +2,9%, ma batte tutti Napoli, che addirittura registra un 3,5%. Ma Napoli respinge la definizione di città più cara: i prezzi sono aumentati di più a luglio (3,5% su base annua) perchè nel capoluogo campano, sostengono amministratori e operatori commerciali, si parte da livelli decisamente più bassi rispetto alle altre città. «Un esempio? La tazzina di caffè - spiega subito l'assessore al Commercio del Comune, Raffaele Tecce - a Napoli costa ancora 70 centesimi mentre nel Centro Nord il prezzo è ormai di 1 euro».

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