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Casa, boom di investimenti nel mattone

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I finanziamenti a cinque anni sono cresciuti rispetto ad aprile dell'1,51%

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Il debito delle famiglie italiane, però, rappresenta solo il 10 per cento del prodotto interno lordo, un livello di molto inferiore alla media europea, che lascia spazio a buone prospettive di crescita. Rispetto a giugno 2002, quando le famiglie italiane chiesero 109,5 miliardi di euro per acquistare casa, l'aumento è del 20,81%, in base ai dati dell'ultimo supplemento al Bollettino statistico di Bankitalia. I finanziamenti per la casa oltre i 5 anni sono aumentati anche rispetto a maggio (+1,51%): dai 130,353 miliardi segnati nel quinto mese dell'anno il totale è salito a 132,319 miliardi. Gran parte dei capitali «fuggiti" dai mercati azionari si riversano ancora, quindi, nell'investimento immobiliare. Nonostante questo balzo in avanti, però, il mercato dei finanziamenti per la casa ha ancora ampi spazi di crescita, se si valuta la percentuale che rappresenta nel calcolo del Pil. Il debito delle famiglie italiane per i mutui rappresenta, infatti, solo il 10% del prodotto interno, il valore più basso in Europa, a grande distanza dai paesi del Nord, ma lontano anche da realtà prossime, come Francia, Grecia e Spagna. In Danimarca i mutui erogati rappresentano il 70% del Pil, in Norvegia il 45% ed in Olanda il 66%. La crescita del mercato dei mutui residenziali ha superato o almeno è stata pari a quella del Pil in Francia (dove rappresenta il 19%), in Spagna (32%) in Germania e Inghilterra (rispettivamente il 54 e il 53%), secondi i dati dell'Osservatorio del mercato ipotecario realizzato da Abbey National Bank, in collaborazione con l'Università Cattolica. In Italia, quindi, il mercato dei mutui ha buone prospettive di crescita, soprattutto se si considera che è uno strumento finanziario utilizzato con maggiore frequenza in paesi con caratteristiche economiche e sociali simili al nostro, come Francia e Spagna. Le disparità tra gli stati, osserva lo studio, non dipendono dalle differenze fra i tassi di interesse che oramai sono molto simili in tutta l'area Ue. Ad influenzare la domanda di mutui ci sono, invece, altre variabili economiche e sociali: il livello di mobilità della popolazione, le abitudini residenziali e la dimensione media delle famiglie, il livello del debito pubblico, il ritmo di crescita dell'economia. Ma «la buona potenzialità del nostro paese - sostiene Donatella Squellerio direttore marketing di Abbey National Bank - va sostenuta dagli operatori con un costante sviluppo dell'offerta". «Dalle nostre elaborazioni - sostiene Donatella Squellerio direttore Marketing di Abbey National Bank - emerge la buona potenzialità di crescita del mercato dei mutui nel nostro Paese che va comunque sostenuta dagli operatori del settore con un costante sviluppo dell'offerta». Per quanto riguarda Abbey National, conclude Squellerio, i risultati ottenuti quest'anno sono soddisfacenti. Rispetto all'andamento dell'erogazione dei mutui in Italia, «il trend è ancora più positivo: infatti nei primi sette mesi del 2003 abbiamo avuto una crescita del 65% in termini di volumi rispetto allo stesso periodo del 2002, superando 1 miliardo di euro di erogato (1.043 milioni di euro)».

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