Fisco, le tasse colpiscono anche in vacanza
Dalle Seychelles ai Caraibi i turisti sono costretti a sborsare ingenti somme
Magari si atterra, ad esempio, in Jamaica e ci si trova a dover sborsare una discreta quantità di dollari in più solo per uscire dall'aeroporto oppure sulla spiaggetta delle Seychelles ci si deve 'svenarè per pagare il panino e la bibita. È proprio per prevenire questi ulteriori salassi che l'Agenzia delle Entrate fornisce sulla webzine, FiscoOggi, una mappa aggiornata delle ultime sorprese. Le Seychelles hanno adottato, da qualche settimana, una nuova imposta che grava quasi esclusivamente sui beni e sui servizi importati. La tassa, disegnata sul modello della nostra Iva con aliquota del 12%, graverà sulla maggior parte delle bevande e dei generi alimentari che vengono usualmente consumati dai turisti e dai viaggiatori. Chi va ai Caraibi troverà qualche sorpresa già al momento dell'acquisto del biglietto aereo. Da qualche settimana, i due piccoli centri offshore di Antigua e Barbuda hanno infatti introdotto una passenger facility charge, in pratica una tassa extra sul prezzo del biglietto aereo di valore pari a 10 dollari. Molte altre piccole giurisdizioni caraibiche, per esempio Aruba (15 dollari), Jamaica (15 dollari) e Grenada (30 dollari), già da qualche anno applicano una sovrattassa sui viaggiatori. Negli States i governatori hanno già predisposto un piano per l'incremento delle imposte, con l'obiettivo di contenere i preoccupanti deficit di bilancio. I politici locali hanno però avvertito gli elettori: «Il peso della manovra non toccherà le tasche dei residenti, piuttosto puntiamo a drenare risorse dai viaggiatori». Dalle parole ai fatti. Nella maggior parte degli Stati, nuove norme fiscali votate nelle ultime settimane hanno innalzato le imposte per il soggiorno in hotel e nel settore della ristorazione e del noleggio delle automobili.