Carte di credito sotto inchiesta
Le due Authority hanno aperto un'istruttoria sulla joint venture di CartaSì e American Express Services Europe Ltd. (Aesel), ipotizzando che l'intesa sia potenzialmente restrittiva della concorrenza. L'accordo stipulato fra CartaSì, numero uno in Italia nell'emissione e nelle transazioni delle carte di credito, e la concorrente Aesel (nel 2002 ha continuato a ridurre la percentuale di carte emesse), mira a raggiungere in modo più efficace clienti con reddito elevato e piccole e medie imprese. L'intesa prevede la costituzione di una società paritetica, Icon spa, in grado di emettere e gestire carte di credito del circuito Aesel, commercializzarle e distribuirle attraverso le oltre 800 banche (oltre 20mila sportelli) affiliate CartaSì. Con la nuova joint venture Aesel - come osservato dall'Antitrust - potrebbe accedere più efficacemente al canale distributivo bancario e CartaSì ampliare la gamma di carte offerte includendo quelle del circuito Aesel, che è autonomo e fra i primi tre assieme a Visa e Mastercard, sui quali opera CartaSì. Quest'ultima avrebbe quindi un mandato in esclusiva per la promozione delle carte Icon e le banche potrebbero prestare al cliente servizi aggiuntivi. Secondo il Garante, l'impresa comune «sarà finalizzata a servire un segmento di clientela al quale, ad oggi, sono offerte carte prodotte separatamente dalle due imprese madri» con l'intenzione di «sviluppare attraverso una integrazione produttiva e commerciale, piuttosto che attraverso forme competitive, una serie di prodotti destinati a servire un segmento di domanda considerato ad alta potenzialità di crescita». Leader in Italia nel mercato delle carte di credito, CartaSì nel 2002 aveva il 56,69% del valore delle transazioni che aggiunto al 12,45% di Aesel la porterebbe a quota 70%. Troppo alta, e quindi restrittiva della concorrenza, secondo quanto ipotizzato dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato che ha per questo avviato l'istruttoria (il termine del procedimento è fissato per il 30 aprile 2004). Le parti, che hanno notificato l'accordo al Garante, hanno immaginato che la joint venture potesse essere invasiva e per questo hanno richiesto, in subordine all'eventuale accertamento restrittivo, il beneficio di un'autorizzazione in deroga (ai sensi dell'art. 4 della legge Antitrust). Le due società in serata hanno precisato che l'accordo «produce effetti positivi sulla competitività e era stato sottoposto all'esame dell'autorità della concorrenza prima ancora che ne fosse stata data comunicazione al mercato».