Cirio, Marzano apre la strada al commissariamento
Niente spezzatino, quindi, per la maggiore realtà industriale italiana nel settore agro-alimentare, il cui destino è in bilico dopo la crisi di liquidità che ha travolto la capogruppo Cirio finanziaria, quotata a Piazza Affari. Le associazioni dei consumatori, intanto, insistono sulla difesa del credito e chiedono alla Consob, al ministro Tremonti e alla Banca d'Italia perché è mancato un controllo «sostanziale e preventivo» nel collocamento delle obbligazioni. Oggi, davanti alla sezione fallimentare del tribunale civile di Roma, il ministero delle Attività produttive darà parere favorevole per l'amministrazione controllata della società, perché il fallimento può essere evitato, e chiederà ai commissari straordinari di preservare «l'integrità dell'azienda e la sua italianità» e garantire la campagna del pomodoro, come richiesto da Confagricoltura e dalla stessa Cirio Del Monte. Un impegno ufficiale, che il ministro Antonio Marzano ha annunciato al termine della riunione con i rappresentanti della società, i sindacati e le associazioni dei produttori agricoli. Al vertice sulla crisi Cirio non ha partecipato, invece, l'Abi, l'associazione bancaria italiana, perché il tema riguarda «le singole banche coinvolte». «Il mio parere è favorevole al procedimento della legge Prodi per Cirio Del Monte Italia e per l'estensione alle altre società del gruppo», ha detto Marzano, che appoggia anche la richiesta di una fideiussione bancaria, nell'ordine dei 15 milioni di euro, per garantire l'acquisto della materia prima. Il primo problema sul tavolo del ministero era sbloccare le consegne di pomodori, ortaggi e frutta da parte dei produttori. «Al Sud stanno consegnando - ha detto l'amministratore delegato di Cirio Del Monte Italia, Walter Bellantonio - al Nord no»: corrono i rischi maggiori gli stabilimenti di Modena e Piacenza, dove i fornitori avrebbero già trovato clienti alternativi. Dopo l'incontro di ieri e l'avvio dell'amministrazione straordinaria, però, Bellantonio crede che i problemi di fornitura possono essere risolti, anche se sarà necessaria una fideiussione bancaria da almeno 12,5 milioni. Circa 3500 aziende agricole, secondo Confagricoltura, forniscono ogni anno agli stabilimenti del gruppo Cirio circa 260 mila tonnellate di pomodoro per un valore di circa 13 milioni di euro, oltre a ingenti quantitativi di ortaggi e frutta. L'ad di Cirio Del Monte chiede «l'arrivo il più veloce possibile dei commissari giudiziali». Nessun rischio invece per il marchio Del Monte, che sarebbe in pegno all'olandese Rabobank in seguito a un prestito da 30 milioni di euro concesso a Cirio Del Monte NV, scaduto il 31 luglio. «Che io sappia c'è già stata una rinegoziazione», ha detto Bellantonio. Oltre alla dimensione industriale, però, c'è un altro aspetto della crisi Cirio, quello finanziario, che ha coinvolto migliaia di risparmiatori, che hanno acquistato obbligazioni della società mai rimborsate. Su questo tema l'Intesa dei consumatori ha chiesto alla Consob una risposta ufficiale all'esposto-denuncia presentato in ottobre, che riguardava anche i bond argentini.