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Cirio, la parola al Tribunale Divella e Conserve pronti a fare un'offerta. Al via le trattative

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L'alternativa sarebbe il fallimento, ma questa sembra essere una possibilità che quasi tutti tendono ad escludere, almeno per ora. Salvo sorprese, il tribunale dovrebbe dunque dare via libera per il passaggio della Cirio Del Monte, la principale realtà operativa del gruppo, all'amministrazione straordinaria, e la procedura dovrebbe a quel punto estendersi anche a Cirio Finanziaria e alla sua controllante Cirio Holding. Una volta ottenuto il via libera del tribunale, il ministro delle Attività produttive Antonio Marzano avrà 24 ore di tempo per nominare formalmente i tre commissari che dovranno gestire l'amministrazione straordinaria. Ma tutto lascia pensare che anche in questo caso i tempi saranno abbreviati e i nomi dei tre commissari potrebbero essere annunciati immediatamente. La procedura dell'ammissione alla Legge Prodi sembra in ogni caso essere avviata a concludersi entro venerdì prossimo e a quel punto entreranno nel vivo le trattative con i due cavalieri bianchi che si sono fatti avanti. Divella e Conserve Italia avranno accesso a tutte le carte e saranno in grado di presentare le loro offerte. Tutto da verificare il cammino che si aprirà allora, se si punterà all'affitto più che all'acquisizione e se i due gruppi troveranno un accordo per intervenire insieme. Resta almeno per ora sullo sfondo la questione di che fine faranno i risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni Cirio. È invece al calor bianco la polemica tra i consumatori e il presidente dell'Abi Maurizio Sella. In una intervista ha condannato i «processi di piazza» contro le banche e ha detto che nel collocamento dei bond «la maggior parte degli istituti di credito ha agito secondo prassi». Dura replica dell'Adusbef. Si tratta di affermazioni «fuori della realtà, gravi, vergognose e offensive». Perchè, afferma l'associazione riferendosi alle citazioni presentate ai tribunali, «non esiste alcun risparmiatore che si sia alzato un giorno chiedendo alla propria banca di acquistare titoli Cirio». Sono state le banche ad «appioppare quei bond per addossare alla clientela i rischi di spericolati affidamenti erogati ad un finanziere d'assalto». E aggiunge l'Adusbef: «se le procure della Repubblica indagano penalmente anche per il reato di falso in bilancio il patron di Cirio ed i maggiori banchieri in concorso, è proprio perchè le banche hanno surrettiziamente scaricato sulla clientela i rischi di crediti allegri concessi anche in presenza di bilanci non veritieri del gruppo Cirio».

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