Borsa, la grande depressione è finita
Lo sostiene Eurispes, che nel suo rapporto quadrimestrale evidenzia da marzo un recupero sempre più consistente e generalizzato, con rialzi da un massimo del 32% a Francoforte al 10% di Londra. La breve durata del conflitto in Iraq e l'assenza di conseguenze negative sullo scacchiere mediorientale hanno ridato slancio alle Borse. Negli ultimi tre anni, comunque, gli italiani hanno visto quasi dimezzarsi la capitalizzazione della Borsa di Milano, che ha bruciato 500 miliardi di euro, nonostante il miglioramento degli ultimi mesi. Sul listino di Piazza Affari, però, si sono distinti quattro titoli, Autostrade, Enel, Eni e Saipem, che hanno guadagnato terreno: in particolare il cane a sei zampe ha guadagnato il 120%. Maglie nere per il settore industriale, con Fiat, Tiscali e Alitalia. Ma il peggio sarebbe finito anche se la risalita è ancora lontana dai picchi di tre anni fa. Rispetto al 2000, Parigi, Francoforte e il Nasdaq hanno perso oltre il 50%. Superano poi il 40% i ribassi di Milano Mibtel, Milano Mib30 e Tokyo, mentre Londra si attesta sul -35%. Ha resistito bene alla bufera il Dow Jones di New York, con una perdita pari al 14%. Negli ultimi quattro mesi, comunque, hanno guadagnato di più le piazze che erano state più penalizzate. Guida la classifica Francoforte (+32%), seguita dal Nasdaq (+25%), che aveva avuto il crollo più repentino, e da Tokyo (+18%). Il rialzo minore è quello registrato da Londra (+10%), ma Parigi, accanto all'aumento nell'ultimo quadrimestre del 14%, aveva ceduto ben il 15% nei quattro mesi precedenti. Dietro questi risultati, spiega l'Eurispes, c'è l'andamento rapido della guerra in Iraq e l'avvio di un processo di pace in Palestina. A Milano tre anni neri: Eni brilla. La capitalizzazione della Borsa di Milano si è ridotta di circa la metà nel periodo luglio 2000-luglio 2003 e sono andati in fumo 500 miliardi di euro. Il tonfo più forte ha colpito il settore servizi (-60%), mentre la perdita per gli industriali è stata più contenuta (-35%). Tra quelli presi in considerazione dall'Eurispes, Autostrade, Enel, Eni e Saipem hanno invece registrato un trend in crescita. L'incremento più consistente è stato messo a segno dall'Eni con un aumento del 120%. L'ente petrolifero ha visto salire le quotazioni delle proprie azioni durante i due anni e mezzo di crisi generalizzata, fino a superare i 16 euro; negli ultimi mesi è ridisceso a poco più di 13 euro. Eurispes mette in relazione l'andamento di questo titolo con le vicende belliche e le loro ripercussioni in campo petrolifero. Tra le cadute più disastrose Fiat, passata da 28 euro nel 2000 ai 5,3 di oggi, Tiscali sceso da 51 euro a 5 e Alitalia, le cui azioni quotate tre anni fa 2,2 euro non valgono oggi più di 22 centesimi. Solo in tre non perdono terreno. Autostrade cresce infatti di 5,5 miliardi, Eni ha avuto una crescita di 48 miliardi, mentre la sua controllata Saipem mette a segno un aumento di 343 milioni di euro. Maglia nera va per la galassia Telecom: la ex monopolista brucia 36 miliardi nei tre anni e Tim 42 miliardi.