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Cirio, chiesta l'amministrazione controllata

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Alemanno: individueremo una cordata imprenditoriale seria, espressione del mondo agricolo

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Banca Intesa, San Paolo Imi, Capitalia e Unicredit saranno disposti a risollevare le sorti dell'azienda solo se emergerà un piano imprenditoriale «meritevole di essere sostenuto». E sul salvataggio del gruppo interviene anche il ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, che garantisce: «D'intesa con le Attività produttive, il nostro ministero si impegnerà a individuare per Cirio Del Monte una cordata imprenditoriale seria, fortemente radicata sul territorio ed espressione del mondo agricolo». L'eventuale cordata dovrà «sposare il piano industriale che verrà messo a punto dai commissari previsti dalla legge Prodi, se il tribunale accetterà la richiesta avanzata ieri sera dall'assemblea per l'amministrazione straordinaria». «dovranno essere individuati - ha precisato il ministro - alcuni soggetti finanziari e industriali che possano avere il know-how per valorizzare il marchio». Per il resto le speranze di evitare il fallimento si appuntano sulla possibilità di usufruire dell'amministrazione straordinaria. La Cirio del Monte Italia e la Cirio Finanziaria, infatti, hanno già presentato al tribunale di Roma un'istanza per l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria in base alla legge Prodi-bis. La procedura di amministrazione straordinaria «riduce le garanzie per gli obbligazionisti» secondo il presidente di Cirio, Giovanni Fontana «ma è una nuova situazione giuridica che può essere più idonea a raggiungere l'obiettivo di risanare la società». Secondo Fontana l'applicazione al gruppo della Prodi-bis un domani può «dare al sistema bancario o a un gruppo industriale la possibilità di intervenire». E all'offerta delle banche Fontana dà piena fiducia, apprezzando il segnale di apertura. Il ricorso alla legge Prodi è considerato il mezzo più rapido per «salvare il salvabile» anche da Confagricoltura, il cui presidente, Augusto Bocchini, commenta: «Cirio è un valore mondiale, perdere quel marchio sarebbe un suicidio all'italiana. Di tutto il sistema, dalla produzione alla trasformazione». Ma il destino del gruppo è legato anchea a quello di lavoratori e risparmiatori, e a ricordarlo, invocando un intervento del Parlamento per appurare le reponsabilità, è il capogruppo ds in commissione finanze, Lanfranco Turci. «In ballo - ricorda l'esponente dei Ds - ci sono i risparmi di 30.000 famiglie italiane, alcune migliaia di posti di lavoro, un pezzo dell'apparato agroindustriale del paese e la credibilità di alcune importanti banche». E i risparmiatori in questione si fanno sentire, attraverso l'Assorisparmiatori: «Siamo già intervenuti nella causa promossa dalla Consob contro il gruppo Cirio per la dichiarazione di nullità del bilancio 2001 e stiamo sostenendo le ragioni di circa 120 obbligazionisti». L'Intesa dei consumatori chiede al governo di nominare nel comitato di sorveglianza uno o più membri designati dall'Intesa per vigilare sulla soluzione della crisi. E nel frattempo la sospensione del titolo dalle contrattazioni di Piazza Affari, che era stata fissata fino al 31 luglio, è prorogata a tempo indeterminato.

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