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Iniezione da 450 milioni di euro Agnelli, è un successo l'aumento di capitale Ifi

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Si è chiuso con un successo, infatti, il primo degli aumenti di capitale varati a suo sostegno, quello che porterà 450 milioni di euro nelle casse dell'Ifi, la holding di controllo del gruppo torinese. È stato sottoscritto infatti il 94,7% del totale delle azioni privilegiate offerte. Si tratta di un primo computo fornito da Monte Titoli, in attesa dei dati definitivi che saranno resi noti martedì ma che potranno solo ritoccare al rialzo la cifra relativa all'adesione e quindi anche all'incasso. Lunedì si chiuderà l'aumento di capitale dell'Ifil, che secondo i mercati finanziari sta registrando anch'esso un andamento positivo, mentre il 30 luglio si concluderà quello della Fiat da 1,842 miliardi. Il controvalore delle azioni Ifi sottoscritte è di 195 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti 250 milioni derivanti dalla sottoscrizione totale delle azioni ordinarie Ifi da parte della Giovanni Agnelli e C., l'accomandita che ha il 100 per cento del capitale ordinario di Ifi e che sta al vertice della catena di controllo degli interessi industriali e finanziari della famiglia Agnelli. Per l'Ifi il successo dell'operazione ha due risvolti positivi. Innanzitutto, consente alla finanziaria di sottoscrivere la quota di competenza (303,4 milioni) dell'aumento di capitale da 500 milioni dell'Ifil, controllata al 62,8 per cento. Ma è anche una boccata d'ossigeno sul fronte dell'indebitamento dell'Ifi, che dai 435 milioni al 31 maggio scorso scende sotto quota 300 milioni, consentendo quindi di raggiungere uno degli obiettivi indicati dal presidente della finanziaria, Umberto Agnelli, all'ultima assemblea degli azionisti. Sembra quindi che l'impegno della famiglia Agnelli, che per la prima volta nella storia ha deciso di effettuare un aumento di capitale dell'accomandita, sia stato ben interpretato e i mercati dimostrano di avere fiducia nel piano di rilancio messo a punto da Umberto e dall'amministratore delegato, Giuseppe Morchio. Ma le difficoltà in casa Agnelli non mancheranno: a settembre la Fiom aprirà, in tutti gli stabilimenti Fiat, una vertenza nazionale sulle condizioni di lavoro e sulle prospettive industriali del gruppo. Lo ha annunciato il segretario generale, Gianni Rinaldini. «Il nuovo piano - ha osservato Rinaldini- è in assoluta continuità con tutti quelli presentati negli ultimi due anni e non fornisce alcuna prospettiva al settore auto che non sia il percorso già scritto con la General Motors».

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