CRISI DELL'AGROALIMENTARE
Insomma, il progetto di salvataggio messo a punto dagli advisor Livolsi & Partners e Rothschild non piace, e quindi il gruppo si trova punto a capo. Contemporaneamente è stata bocciata la proposta di aiuto del gruppo turco Cukurova. Gli azionisti si rivedranno di nuovo il 28 luglio. Il cda ha poi preso atto dei risultati del primo semestre, relativi al perimetro agroalimentare del gruppo, che «confermano il positivo andamento, registrando un Ebitda pari a 13,2 milioni di euro con un significativo miglioramento rispetto all'obiettivo del piano (9,9 milioni) e sostanzialmente allineato a quello conseguito nello stesso periodo dell'anno precedente (13,1 milioni)». Tutto ciò nonostante la flessione delle vendite, pari a 225,1 milioni da 249,5 milioni previsti dal piano e ai 271,8 milioni del 2002. Un altro elemento importante emerso ieri è che il governo non interverrà per salvare il gruppo agroalimentare. La conferma viene dal ministro per le Politiche Agricole, Giovanni Alemanno, che ha escluso qualsiasi tipo di intervento finanziario sia da parte del suo ministero che di quello dell'Economia. Il ministro ha ribadito che «eventuali interventi potranno riguardare solo gli aspetti produttivi ma mai quelli finanziari». Il cda di Cirio Finanziaria non ha provveduto alla nomina di un liquidatore che è una «ipotesi ancora lontana».