L'export extra-Ue cala del 5,8%

Il saldo commerciale con i paesi extraeuropei è sceso da 1.451 milioni di euro a 648 milioni, a causa della diminuzione delle esportazioni e di un aumento del 2,4% delle importazioni. Se poi prendiamo in considerazione il periodo gennaio-giugno 2003, e lo confrontiamo con il primo semestre del 2002, il calo delle esportazioni è pari al 3%, a fronte di un aumento del 3,2% nelle importazioni. A perdere quota sul mercato internazionale sono soprattutto i prodotti dell'industria manifatturiera, il legno e i prodotti in legno. Ma la sofferenza riguarda un po' tutti i settori, fatta eccezione per i mezzi di trasporto, i prodotti per agricoltura e pesca. Quanto alle importazioni, gli aumenti più elevati si registrano nel settore dei mobili, di macchine e apparecchi meccanici. Siamo più autonomi invece sul fronte dei prodotti petroliferi raffinati, settore in cui le importazioni scendono del 21%, e dei minerali non energetici (meno 16,4%). I dati dell'Istat sono stati definiti «preoccupanti e pericolosi» da Adolfo Urso, vice ministro delle Attività produttive, con delega per il commercio estero, che ha imputato le difficoltà del nostro export all'effetto Sars sui mercati orientali e all'apprezzamento dell'euro.