Enel in EdF, per Marzano non basta
Gli spagnoli di Endesa danno via libera all'ingresso italiano in Snet
Per il ministro delle Attività produttive Antonio Marzano il passo è importante ma «non basta a garantire la reciprocità», la cui inosservanza da parte dei francesi è una delle principali preoccupazioni italiane, che hanno portato al congelamento del voto francese in Italenergia. L'ingresso di Enel in Francia «sarebbe un buon segno, l'assicurazione che c'è l'intenzione francese di privatizzare ma serve la liberalizzazione». Le condizioni sono quindi due, e una di esse, imprescindibile, è che non ci sia più il monopolio pubblico. E il via libera a un eventuale ingresso di Enel nella francese Snet, viene anche dagli spagnoli di Endesa, soci al 30% della compagnia insieme alla Charbonnages de France. Se le trattative fra Enel ed Edf dovessero concludersi con la cessione al gruppo di Scaroni della quota di Edf in CdF, «il gruppo italiano sarebbe il benvenuto» commenta Jesus Olmos, numero uno di Endesa Europa e amministratore delegato di Endesa Italia. L'eventuale cessione della quota di Edf all'Enel è una delle ipotesi al centro dei negoziati avviati dai due colossi energetici, per l'ingresso di Enel nel mercato elettrico d'Oltralpe. Da parte sua, Endesa è in trattative con Charbonnages per aumentare la sua quota «fino all'80%», ma si dice disponibile a ridimensionare le sue aspettative per fare spazio all'Enel. «Avviare una partneship in Francia è interessante e auspicabile» afferma Olmos che vede con favore «un'operazione di questo genere». «In Italia siamo concorrenti dell'Enel, ma all'estero potremmo fare volentieri una gestione congiunta di Snet». Snet in Francia gestisce nove centrali in cinque siti, per un totale di 2 mila MW.