Usa, cresce il numero di case calano le richieste di sussidi
Deboli, appena percettibili, ma comunque utili a testimoniare che qualcosa si muove. Tanto per cominciare nel campo dell'edilizia si è registrata una crescita superiore alle previsioni di nuove costruzioni per uso abitativo: con un aumento a giugno del 3,7 per cento, al tasso annualizzato di 1,8 milioni, si è toccato il livello più elevato dallo scorso mese di gennaio, anche grazie al continuo ribasso dei tassi d'interesse in questo settore. Le nuove costruzioni potrebbero arrivare a un totale di 1,743 milioni di unità su base annua, il che batterebbe il record del 2002 di 1,705 milioni, il livello più elevato da 16 anni. Il boom si è registrato in tutte le regioni del paese, tranne che nel midwest. Altro dato incoraggiante - reso noto dal dipartimento di lavoro degli Usa - è il calo registrato nelle richieste di sussidi di disoccupazione, diminuite di 29mila unità. Le richieste si sono assestate, nella settimana conclusasi il 12 luglio, a 412mila unità, il livello più basso toccato negli ultimi tre mesi. Il dipartimento del lavoro, nel diffondere i dati, ha esortato gli analisti a tenere conto dei fattori stagionali e della loro incidenza sull'andamento del mercato del lavoro. Certo si tratta di tenui spiragli per un'economia che non è ancora tornata a un livello di normalità, dopo la fase recessiva che, come ha certificato ieri ufficialmente il National Bureau of Economic Research (Nber), è durata otto mesi, dal marzo al novembre 2001. Otto mesi che hanno seguito la fase di espansione più lunga dell'economia americana, i dieci anni tra il marzo del 1991 e il marzo del 2001, e che hanno rappresentato una recessione relativamente breve, tenuto conto della storia dei cicli economici negli Stati Uniti. Il periodo più lungo di contrazione - la cronologia del Nber inizia nel dicembre 1854 - è stato quello che ha colpito l'economia americana tra il novembre del 1873 e il marzo del 1879.