Via libera della Camera alla norma anti-Edf e alla gestione italiana del nucleare all'estero
La Camera, infatti, ha approvato ieri la norma che permette al Presidente del consiglio, su proposta del ministro delle Attività Produttive, di «definire condizioni e vincoli» per le imprese di paesi europei che desiderano entrare nel mercato energetico italiano senza assicurare condizioni di reciprocità. Un chiaro messaggio all'ente francese: con le nuove regole sarà più difficile, per monopolisti come Edf, investire in Italia se nei loro paesi non esistono condizioni di reciprocità verso le aziende italiane. Questo almeno «fino alla completa realizzazione del mercato unico dell'energia elettrica». Lo scopo del provvedimento, che dovrà essere esaminato in Senato, è quello di «tutelare le esigenze di sicurezza degli approvvigionamenti nazionali di energia e la simmetria nell'apertura dei mercati». Il testo prevede anche una modifica del tetto proprietario per la rete energetica che, in base a un emendamento presentato dalla Lega, passa dal 15 al 20 per cento. La norma scatterà solo dal luglio 2007. L'altro successo riportato dalla Lega nel dibattito parlamentare di ieri sul riordino del settore energetico, è l'aver ottenuto che le regioni nelle quali saranno ospitate nuove centrali con almeno 300 Mw ricevano un'indennità. I proprietari degli impianti che superino quella soglia di produzione, infatti, saranno tenuti a corrispondere all'ente locale, a titolo compensativo, 20 centesimi per ogni mwh di energia elettrica prodotta nei primi 7 anni. Solo, però, nel caso in cui non sia già scattato l'accordo tra proprietari di impianti ed ente locale. «Si tratta - ha spiegato Bruno Tabacci (Udc), presidente della commissione Attività produttive di Montecitorio - di una misura di cautela a favore dei comuni perché nulla è dovuto quando i comuni stipulano accordi». L'opposizione ha votato contro sottolineando che con questa norma la bolletta degli italiani aumenta di 60 milioni di euro. Sarà la regione sede degli impianti a provvedere e ripartire il contributo compensativo tra il comune sede della nuova centrale, i comuni limitrofi e la provincia. Ai comuni dovrà andare comunque almeno il 40 per cento del contributo. Tra le altre norme previste nel provvedimento, spicca quella che permetterà alle imprese italiane di comprare o gestire centrali nucleari all'estero. «I produttori nazionali di energia elettrica - è scritto nel provvedimento - possono, anche in compartecipazione con società estere, svolgere attività di realizzazione e di esercizio di impianti, ivi compresi gli impianti elettronucleari all'estero». Sono stati respinti, dopo un confronto a tratti anche acceso, gli emendamenti delle opposizioni che avrebbero impedito questa ipotesi. «È una norma - ha spiegato Gianni Vernetti (Margherita) - che consentirà all'Enel di proseguire le trattative per una centrale nucleare vicino a Praga».