LA RELAZIONE DI GREENSPAN DAVANTI AL CONGRESSO
Così il presidente della Fed Alan Greenspan che ha riferito al Congresso sullo stato di salute dell'economia Usa. Che la congiuntura sia peraltro ancora fragile lo dimostra la revisione al ribasso operata dalla Fed sul pil 2003, riferita da Greenspan: la crescita è infatti stimata tra il 2,5 e il 2,75% contro la precedente stima di febbraio di un range tra il 3,25 e il 3,5%. Comunque, sono più rosee le aspettative per l'anno prossimo in cui, secondo Greenspan, si assisterà a una crescita variabile tra un minimo del 3,75 e un massimo del 4,75%. Già nei prossimi mesi, osserva il presidente Fed, la ripresa economica dovrebbe accelerare il passo grazie al miglioramento dei mercati finanziari, alla «dose massiccia» di tagli fiscali varati dal Congresso nell'ambito del pacchetto di rilancio dell'economia proposto dall'amministrazione Bush, e all'aumento della spesa dei consumatori. Stante la situazione, quindi, la Fed non può che mantenere un atteggiamento «altamente accomodante» di politica monetaria. Quello che si può fare di più, in questo contesto, è appunto procedere ad un ulteriore riduzione del costo del denaro quando la Fed decidesse opportuna tale manovra. Per contro, nota il presidente della Fed, ci vorrà «qualche tempo» prima che si consideri un rialzo dei tassi di interesse, improbabile, appunto, in «questo scenario di economia fragile». Secondo molti addetti ai lavori, la Fed non prenderebbe in considerazione eventuali rialzi del costo del denaro prima del 2005, anche se l'economia Usa registrasse già a medio termine un netto miglioramento. Greenspan nell'audizione ha inoltre messo in guardia rispetto ai deficit destabilizzanti (il riferimento è all'andamento dei conti pubblici ed al disavanzo dei conti con l'estero) che potrebbero comportare un rialzo dei tassi. Il presidente della Fed ha invitato il Congresso a tagliare la spesa. Proprio ieri la Casa Bianca ha reso noto che il deficit 2003 sarà di 455 miliardi di dollari, cifra-record.