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Gm mette in dubbio l'acquisto di Fiat

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I protagonisti stanno trattando una revisione del patto. Ieri il titolo in Borsa è sceso

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La tesi è sostenuto dal Financial Times, che cita una fonte anonima secondo cui lo stesso amministratore delegato di Torino, Giuseppe Morchio, in un incontro con gli investitori internazionali, avrebbe ammesso le differenze di opinione con gli americani. Laconico il commento dell'amministratore delegato del Lingotto: «Non ho mai fatto commenti sulla posizione di Gm per quanto riguarda il put. Il nostro punto di vista è noto, il put è un diritto che inizia nel 2004 e vale fino al 2009». La portavoce della casa americana Toni Simonetti ha tuttavia detto che l'atteggiamento della GM sull'opzione put resta invariato: la Fiat ha il diritto di invocarla, ma non è sicuro che lo faccia, e molti fattori possono intervenire a condizionare l'atteggiamento della casa americana. Nel suo articolo, il Financial Times, riferisce la posizione di Gm tramite dichiarazioni attribuite all'amministratore delegato di Fiat Giuseppe Morchio, che, nel corso di un recente roadshow con investitori, avrebbe rilevato come «la Gm sia convinta che ci siano forti problemi legali con l'opzione che Fiat ha per obbligarla ad acquistare la divisione auto». In ambienti finanziari vicini al settore automobilistico, si rileva che non è una novità il fatto che General Motors possa decidere di contrastare con una azione legale l'eventuale esercizio dell'opzione put da parte della Fiat. Morchio, sempre secondo il FT, ha sostenuto che, dal punto di vista di Fiat, non ci sono impedimenti legali all'esercizio dell'opzione put, a partire dall'anno prossimo. Il che, secondo l'FT, significa che la Fiat non ha accettato di rinunciare alla possibilità di esercitare l'opzione, come invece aveva chiesto Gm in cambio della sua partecipazione all'aumento di capitale da 5 miliardi di euro di Fiat Auto. Fiat e GM stanno tuttora lavorando ad ipotesi di revisione del master agreement siglato nel marzo 2000 per una partnership tra i due gruppi, in base al quale la Fiat ha un diritto di put nei confronti della Gm tra il gennaio 2004 e il luglio 2009. Ieri, da Torino, l'unica dichiarazione diretta da parte dell'Amministratore delegato Fiat è stata: «Non ho mai fatto commenti sulla posizione di Gm per quanto riguarda il put». «Il nostro punto di vista è noto - ha aggiunto Morchio -: il put è un diritto che inizia nel 2004 e vale fino al 2009». Intanto entro luglio si concluderà l'aumento di capitale da 1,842 miliardi della capogruppo, Fiat spa, mentre sono rimandate a dopo l'estate le discussioni con le banche creditrici, sul prestito convertendo da tre miliardi, concesso l'anno scorso: il Lingotto vorrebbe ridiscuterlo, il fronte bancario non ha una posizione unica. «Aspettiamo settembre. Adesso concludiamo l'aumento di capitale - ha detto il presidente Umberto Agnelli - poi dopo le vacanze ne parleremo». In questa situazione, ieri il titolo della casa torinese non è andato bene in borsa. In una giornata da dimenticare, nel corso della quale si sono registrate perdite anche superiori, il titolo Fiat, ha lasciato sul terreno il 2,94%, soffrendo in parte il declassamento sul debito da parte di S&P (dopo Moody's e Fitch, anche quest'ultima agenzia ha abbassato la nota a bb- da bb+, mantenendo però orientamento neutrale) e, in parte, appunto le indiscrezioni rilanciate dal Financial Times su problemi legali che potrebbero rendere non valida l'opzione put che Fiat vanta nei confronti di General Motors. Ieri peraltro Morchio sull'andamento del gruppo, ha detto che «il lavoro che stiamo facendo sta dando i primi risultati» e che, per il settore dell'auto dell'Auto, il risultato operativo nel secondo trimestre è stato nettamente migliore del primo». «Il piano che abbiamo presentato meno di un mese fa - ha detto Morchio - porterà il gruppo in una situazione di pa

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