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CIRIO al bivio, il gruppo agroalimentare inizia il conto alla rovescia e la data cruciale per la sua ...

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L'advisor del gruppo, Ubaldo Livolsi, non usa mezzi termini riferendosi all'assemblea degli obbligazionisti che devono dare il via libera al piano di conversione bond. Le assemblee, convocate lo scorso 7 luglio in prima convocazione, non si erano tenute perché non avevano raggiunto il 75% delle adesioni e tutto era stato rimandato al 23 luglio quando sarebbe bastato il 25% del quorum. Ieri però Livolsi ha indicato nel 28 luglio la giornata chiave, aggiungendo che per eventuali modifiche al piano di conversione dei bond Cirio ed eventuali maggiori rimborsi agli obbligazionisti non ci sono i tempi tecnici. «Il piano è questo. Non c'è tempo per miglioramenti. Eventuali ritocchi sarebbero incompatibili con l'assemblea del 28 luglio». Il rischio è quindi che in assemblea non venga raggiunta la quota per dare il via libera al piano e un'ipotesi di questo tipo viene ritenuta possibile dallo stesso Livolsi: «Sarebbe un grave errore segnare il destino di una grande società con un voto motivato dal rancore». Intanto l'ex patron del gruppo Sergio Cagnotti glissa sugli sviluppi del piano di salvataggio con i turchi di Cukurova, alternativo a quello già approvato. «A oggi non ci sono cose da dire», taglia corto Cragnotti, che nei giorni scorsi ha incontrato la delegazione turca per un accordo che dovrebbe prevedere l'impegno da parte di Cukurova per circa 300 milioni di euro, da aggiungere alla partecipazione di Cragnotti pari a 100 milioni. Nell'operazione coinvolta anche Meliorbanca, la banca d'affari indicata come l'advisor dell'operazione.

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