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Nel 2003 sarà straniero un nuovo lavoratore su tre

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L'elaborazione - svolta da Unioncamere sulla base del sistema Excelsior, che raccoglie i fabbisogni occupazionali delle imprese italiane - rivela che un nuovo occupato su tre sarà straniero. Sorprendentemente la richiesta di lavoratori extracomunitari non riguarda solo le professioni tradizionalmente svolte da questi ultimi, cioè quelle disertate dagli italiani, ma anche lavori qualificati. A rendere disponibili posti migliori per gli stranieri è il saldo demografico negativo che in alcune aree rende trascurabile il tasso di disoccupazione. È il caso del Triveneto, dove, secondo la Fondazione Nord Est sarà necessario un saldo migratorio annuo di 50mila unità per far fronte al crollo della popolazione in età lavorativa. Tra i nuovi settori che vedono avanzare ondate di lavoratori extracomunitari, troviamo in testa quello sanitario, il paramedico e il socioassistenziale. E non mancano le richieste nel settore dell'informatica. La regione che recluterà più manodopera immigrata nell'industria sarà la Lombardia, con 17.747 assunzioni previste, di cui oltre la metà nella sola provincia di Milano. Seguono Veneto, Emilia Romagna e Piemonte-Valle d'Aosta. Intanto il ministero del Welfare invita alla cautela: «I dati sul fabbisogno di manodopera extracomunitaria - spiega Giuseppe Silveri, direttore generale Immigrazione del ministero - hanno poco senso se non vengono incrociati con le domande di regolarizzazione». Con la regolarizzazione di 700mila immigrati permessa dalla Bossi-Fini, il fabbisogno delle imprese sarebbe coperto, soprattutto per quel che riguarda gli stagionali. Ma a partire dal 2004 la pianificazione sarà ancor più precisa: da allora, spiega Silveri, «regioni e parti sociali saranno coinvolti nella programmazione dei flussi». Le regioni e le associazioni di imprenditori, dal canto loro, chiedono l'applicazione dei provvedimenti previsti dalla legge per la formazione e la selezione della manodopera nei paesi d'origine.

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