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OGGI potrebbe decidersi il futuro della Cirio.

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Nella sede di Meliorbanca i turchi discuteranno i termini dell'operazione e dell'accordo che dovrebbe legarli a Cragnotti e alla banca di Pier Domenico Gallo. Il nodo da sciogliere è quello degli affidavit bancari a garanzia degli oltre 300 milioni che il gruppo sarebbe pronto a mettere nell'operazione. Il salvataggio avverrebbe attraverso una newco controllata a grande maggioranza (circa l'80-85%) dal gruppo turco. Per i possessori dei bond Cirio vi sarebbe un rimborso cash. Una prospettiva sicuramente più allettante del progetto attuale di ristrutturazione del debito su cui sono chiamati a pronunciarsi gli obbligazionisti all'assemblea del prossimo 23 luglio (in seconda convocazione) e che prevede un taglio parziale e variabile dei crediti (da un minimo del 22,4% a un massimo dell'85,5%) con la conversione della parte che resta in azioni della Cirio Finanziaria. Secondo il finanziere Sergio Cragnotti, l'ipotesi studiata in collaborazione con Meliorbanca è concreta e va oltre il piano di salvataggio messo a punto dalla Livolsi & Partner. Le incognite, nonostante l'ottimismo di Cragnotti sono molte. Se sul nuovo piano non si dovesse raggiungere un accordo e qualora l'assemblea del 23 luglio dovesse avere esito negativo, per la Cirio si aprirebbe la strada del fallimento. Oppure, altra ipotesi neppure tanto remota, la vendita secondo la formula dello spezzatino. Le banche stanno continuando a raccogliere le deleghe degli obbligazionisti in vista del 23. La speranza di salvare il piano messo a punto dal management della Cirio è appesa al filo della conta delle firme. Per rendere valido l'incontro questa volta il quorum deve essere del 25% e non del 75% come per la prima convocazione e per far passare il piano basta il sì del 75% dei presenti. Il ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno ha detto chiaro e tondo che la situazione è grave. «Ci auguriamo che questo piano ultimo, che è stato elaborato, funzioni altrimenti saranno dolori» ha affermato senza mezzi termini. Quanto alla vicenda del collocamento dei bond, Alemanno ha detto che ne è stato esaminato il meccanismo: «Quello che è successo alla Cirio - ha concluso - non si deve ripetere».

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