La Bce rinvia il taglio dei tassi
Il ribasso del costo del denaro potrebbe essere rinviato all'autunno
Questi i punti indicati dal presidente della Bce che ieri ha lasciato i tassi invariati al 2%, dopo la riduzione di 50 punti base decisa all'inizio di giugno, a fronte di un taglio di 25 punti deciso, sempre ieri, dalla Bank of England. Alla riunione dei governatori ha partecipato, per la prima volta, il Ministro dell'economia Giulio Tremonti, in qualità di presidente di turno dell'Ecofin, che ha illustrato ai banchieri centrali le iniziative italiane in occasione della presidenza di turno del semestre europeo. Sul fronte macroeconomico, Duisenberg ha spiegato che la Bce continua a credere nello scenario di una ripresa, anche se sarà «molto graduale» nella seconda metà del 2003 e «accelererà lentamente» nel corso dell' anno prossimo. Nel complesso, infatti, continuano a permanere «rilevanti rischi al ribasso» per l'economia e «non ci sono ancora segnali di imminente rafforzamento della produzione e della fiducia». Dai mercati finanziari, per contro, secondo Duisenberg sembra giungere un giudizio «leggermente più ottimistico» sulle prospettive economiche all'interno e all'esterno dell'area euro. Le previsioni per l'inflazione continuano a restare favorevoli e il costo della vita dovrebbe oscillare intorno al 2% sino alla fine del 2003, per poi cadere significativamente sotto questo livello all'inizio dell'anno prossimo, assumendo prezzi petroliferi e tasso di cambio invariati, a causa di effetti statistici connessi ai prezzi energetici. Questo non significa, tuttavia, che la Bce sia pronta a ridurre ancora il costo del denaro nell'immediato futuro. Duisenberg ha ricordato, infatti, che i tassi sono storicamente molto bassi. Alcuni analisti hanno interpretato queste affermazioni nel senso di un raffreddamento delle possibilità di un taglio dei tassi imminente, anche se non lo escludono in autunno.