Grilli: conti pubblici a rischio
Lo ha ribadito il Ragioniere generale dello stato Vittorio Grilli alla prima conferenza nazionale della Ragioneria, in cui il ministro dell'Economia, Tremonti, ha difeso il decreto taglia-spese, definendolo una vera riforma strutturale. Nuovi problemi vengono, però, dagli enti locali, che con il federalismo sono rimasti privi «di qualsiasi controllo esterno», come ha denunciato il presidente della Corte dei Conti, Francesco Staderini. Negli ultimi due anni, ha detto Grilli, la finanza pubblica ha dovuto affrontare «difficoltà di livello internazionale", oltre ai soliti «problemi strutturali dell'economia nazionale". Grazie a riforme e interventi correttivi, sono stati rispettati i vincoli del patto di stabilità, ma la situazione generale «resta delicata e richiede rigore nel controllo della spesa e coerenza nella programmazione". Serve uno «stretto coordinamento" tra istituzioni e amministrazioni demandate al controllo della finanza pubblica. In tema di bilancio, il presidente della Corte dei conti ha posto l'accento in particolare sui Comuni, che con la recente soppressione dei Coreco (comitati regionali di controllo) «sono rimasti, probabilmente unici in tutta Europa, privi di qualsiasi controllo esterno": non sono sufficienti le sezioni regionali della Corte per verificare il corretto comportamento di un numero così elevato di enti locali. Una soluzione - secondo Staderini - potrebbe venire dagli organi interni di revisione contabile, da utilizzare non più solo come ìorgani ausiliari" dei consigli comunali e provinciali, ma anche come «garanti nei confronti della Repubblica del rispetto degli equilibri dei bilanci e delle regole generali di finanza pubblica". Alle sezioni regionali della Corte dei conti spetterebbe un ruolo di «direzione, indirizzo e vigilanza" sull'operato dei revisori interni, la cui nomina, però, dovrebbe essere rivista all'insegna della trasparenza e dell'interesse pubblico. Il ministro Tremonti, invece, ha difeso il decreto taglia-spese («è una fondamentale riforma strutturale e pone per la prima volta dal '71 un moderno meccanismo di controllo degli andamenti del debito pubblico") e il ruolo della Ragioneria, che gode di grande indipendenza, tanto da «creare problemi all'esecutivo".