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Fiat, Moody's non crede al rilancio

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Per gli analisti, nonostante il piano, il risultato del 2004 non sarà positivo

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L' agenzia di valutazione ha abbassato il rating a lungo termine sul debito senior di Fiat da 'Ba1' a 'Ba3', con outlook confermato negativo. Lo stesso ha fatto in serata l'agenzia Fitch. È il terzo downgrade da inizio anno. Ma l' azienda torinese, impegnata nell' aumento di capitale da 1,842 miliardi di euro non ne ha risentito a livello borsistico. Il titolo ha chiuso a 5,806 euro, facendo segnare un + 1,59%. Dal Lingotto si è anche reagito al giudizio negativo di Moody's sostenendo che la valutazione è basata su una serie di ipotesi pessimistiche «difficilmente realizzabili contemporaneamente». L'agenzia americana ha giustificato la sua decisione sottolineando, da un lato, «il continuo consumo di cassa da parte della divisione auto negli ultimi mesi» e, dall'altro, la considerazione che con il piano industriale recentemente annunciato dal gruppo torinese «il risultato operativo resterà negativo per tutto il 2003 e il 2004». Secondo Moody's, il consumo di cassa dell' Auto, se confermato, potrebbe portare a un peggioramento della necessità di liquidità del gruppo, che difficilmente sarà nelle condizioni di poter «aumentare la propria flessibilità finanziaria nel breve e medio termine». Quanto all'outlook confermato negativo la decisione tiene conto della necessità per il Lingotto di «completare una serie di cessioni di asset e di transazioni finanziare per raccogliere circa 10,9 miliardi di fabbisogno di cassa potenziale nei dodici mesi successivi al 31 marzo 2003». Moody's mette poi l' accento sulle «sfide che la Fiat deve superare nel portare avanti il suo complesso piano di ristrutturazione» e sottolinea che un fallimento nella realizzazione effettiva degli introiti dalle cessioni prefissate o nell'esecuzione adeguata del piano «potrebbe esercitare pressione sul rating». Insomma, come dice la Fiat, dovrebbero verificarsi, tutti assieme, una serie di eventi negativi. Ma il Lingotto ribadisce di avere «totale fiducia che le azioni messe in atto porteranno al raggiungimento dei risultati previsti». «Tutte le azioni di tipo finanziario e di tipo industriale che erano state annunciate nel mese di marzo - sostiene ancora la Fiat - sono state portate avanti con grande decisione e tempestività. Le dismissioni sono state completate in poco più di tre mesi e portano alle casse dell'azienda circa 7 miliardi di euro. Il piano industriale di rilancio, che comprende il completo rinnovo della gamma prodotti, è stato definito in tutti i suoi particolari». Intanto, anche Standard&Poor's dal 26 giugno ha messo sotto osservazione per un eventuale declassamento il rating a lungo termine del Lingotto.

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