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Lavoro, diminuiscono gli infortuni (-3,6%)

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Elevato il rischio per le piccole imprese. In crescita gli incidenti per recarsi all'impiego

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Secondo i dati dell'Inail sono oltre 116 i lavoratori deceduti ogni mese in Italia. Nel 2002 si è registrato un ribasso sia degli incidenti sul lavoro (da 1.004.380 a 967.785 con una riduzione del 3,6%) sia degli infortuni mortali. A perdere la vita a causa del lavoro nel 2002 sono comunque stati ancora in molti: 1.397 persone, un dato che anche se in calo rispetto alle 1.438 del 2001, significa una media si avvicina alle quattro persone morte al giorno. I dati diffusi dall'Istituto per gli infortuni sul lavoro segnalano un aumento degli infortuni in itinere (quelli che si subiscono sulla strada per il lavoro). Nel 2002 gli infortuni in itinere complessivi sono stati 59.318 (+15,7%), 313 dei quali mortali (+30% rispetto ai 241 del 2001). L'Inail segnala che il calo degli infortuni totali dovrebbe comunque considerarsi "più significativo" di quanto si legga a prima vista poiché si è realizzato di fronte a una crescita dell'occupazione (315.000 nuovi occupati nel 2001, +1,5%). In particolare nelle piccole e imprese il rischio di subire un infortunio è doppio rispetto a quello che si ha in una grande impresa. Infatti, nelle aziende al di sotto dei 15 dipendenti il rischio è doppio rispetto a quelle con più di 250 addetti. Il divario secondo l'Inail è dovuto al fatto che le piccole imprese si addensano nei settori di attività a maggior rischio. Rispetto agli altri paesi europei l'Italia ha un tasso di incidenza degli infortuni vicino alla media per quanto riguarda il complesso degli incidenti (4.046 casi ogni 100.000 abitanti contro i 4.037 dell'Ue a 15 nel 2000) ma nettamente peggiore per quanto riguarda i casi mortali (3,3 ogni 100.000 occupati rispetto ai 2,7 della media europea). Hanno una media peggiore di quella italiana sui casi mortali il Lussemburgo (6,7), il Portogallo (6,1), Austria (5,1), Spagna (4,7) e Francia (3,4).

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