Fiat, da Ifil e Ifi stop a altri fondi
Ovvero da Ifil e ifi non uscirà più un euro per i piani della cas automobilistica. Ad assicurarlo sono i vertici della società alla comunità finanziaria accorsa per la presentazione dell'aumento di capitale di 502 milioni di euro dell'Ifil, operazione decisa proprio per sostenere l'impegno di Ifil a sostegno del gruppo automobilistico di cui controlla una quota del 30% circa. Piazza Affari ha premiato sin dalle prime battute tutti i titoli coinvolti nell'operazione: le azioni ordinarie Fiat hanno chiuso la seduta in rialzo dello 0,89% al prezzo di riferimento di 5,71 euro, mentre la sua controllante Ifil ha ottenuto un consistente guadagno dell'8,34% a 1,77 euro. Molto confortante anche la performance di Ifi, in progresso dell'8,16% a 5,27 euro. Gianluigi Gambetti, amministratore delegato di Ifil, comunque rassicura sul fatto che un accorciamento della catena di controllo di Fiat mediante la fusione fra Giovanni Agnelli e C., Ifi e Ifil, non è in programma a breve termine. "Non escludo che più in là possa essere preso in considerazione", ha detto Gabetti che anche escluso che sia in corso o ci sia già stato un rastrellamento di azioni Ifi privilegiate sul mercato da parte della famiglia Agnelli: "Se avesse inteso fare un cosa del genere attraverso l'accomandita l'avrebbe potuto realizzare facilmente. Invece ha messo a disposizione una somma rilevante per la Fiat: diversamente l'avrebbe destinata ad acquistare azioni Ifi". Gabetti esclude che nel periodo di durata del piano di rilancio, entro il 2006, sarà necessario un ulteriore intervento finanziario oltre all'aumento di capitale per 1,8 miliardi di euro che si concluderà il 30 luglio. E Daniel Winterer, direttore generale di Ifil - che potrebbe tornare a remunerare i suoi azionisti già l'anno prossimo - dà fiducia al management Fiat: "Condividiamo l'approccio di Umberto Agnelli e Giuseppe Morchio, l'opzione put riguardante General Motors rimane l'ultima opzione finanziaria. Speriamo che non venga mai utilizzata".