La Bce: servono subito interventi strutturali
Alla sua ultima apparizione davanti al parlamento europeo, a Strasburgo, Wim Duisenberg non esita a vestire, per l'ultima volta, il ruolo di gran fustigatore di politiche economiche e di bilancio non adeguate. «La politica monetaria ha fatto la propria parte per creare le condizioni di una crescita economica nella zona dell'euro», dice il presidente della Bce, ricordando i due tagli dei tassi d'interesse praticati in questa prima parte dell'anno, che hanno portato il costo del denaro al minimo storico. «Ad agire ora devono essere i governi che non possono nascondersi dietro la Bce per coprire il loro fallimento nel mettere in atto le riforme strutturali di cui l'Europa ha tanto bisogno». Per quanto favorevole - ammonisce il banchiere - la politica monetaria non può bastare a generare crescita sostenibile e sviluppo dell'occupazione: servono riforme più ambiziose dei mercati dei prodotti e del lavoro, il cui potenziale è frenato da «persistenti rigidità». Duisenberg - che dopo l'estate cederà il testimone al governatore della Banca di Francia Jean Claude Trichet - raffredda anche le attese di un nuovo taglio dei tassi di interesse, oggi attestati al 2%. «La prospettiva di stabilità dei prezzi è rimasta immutata» rispetto all'ultima riunione del consiglio della Bce del 5 giugno scorso, dice. Inoltre, l'apprezzamento del valore dell'euro, ora maggiormente allineato ai fondamentali dell'economia di Eurolandia, «dovrebbe contribuire a tenere basse le pressioni inflazionistiche». In un contesto di moderata ripresa, spiega Duisenberg, anche «la crescita dei salari dovrebbe restare compatibile con l'andamento dei prezzi» e nel 2003, il tasso medio annuo di inflazione dovrebbe attestarsi sul 2%, che è il tetto di riferimento fissato dalla Bce per la sua politica monetaria. L'istituto di Francoforte continuerà a monitorare attentamente tutti i fattori che possono incidere su una nuova riduzione dei tassi, ma nella sua replica Duisenberg è ancora più esplicito: la politica monetaria attuale «è opportuna e adeguata alla luce degli sviluppi che prevediamo a medio termine». Inoltre, la deflazione non è un rischio per la zona dell'euro: «non sta dietro l'angolo», assicura Duisenberg, aggiungendo che «non vediamo un pericolo deflattivo nè in Eurolandia, nè in alcune delle sue singole aree. La Bce sta comunque in guardia non solo contro l'inflazione, ma anche contro la deflazione, qualora dovesse emergere». Duisenberg ritorna sulla necessità di riforme ambiziose e di politiche di bilancio virtuose. Il Patto di stabilità e di crescita va onorato, afferma.