Tremonti attacca Fazio a tutto campo
Senza mai citarlo direttamente e sfruttando la platea più cara ad Antonio Fazio, la comunità dei banchieri riunita per l'assemblea annuale dell'Abi, il ministro dell'economia Giulio Tremonti ha ribattuto tema su tema al Governatore della Banca d'Italia, con il quale, al termine dell'assemblea non ha scambiato nemmeno un cenno di saluto. Un vero e proprio contrappunto analitico alle considerazioni finali lette il 31 maggio scorso a Palazzo Koch da Antonio Fazio. Dopo aver annunciato una finanziaria «più di semina che di raccolta» e riassunto il bilancio degli interventi realizzati in questi due anni dal Governo, il ministro dell'Economia punta al cuore delle considerazioni finali, quelle previsioni di declino e di perdita di competitività del paese su cui si incentrava il ragionamento di Fazio. Tremonti ha invitato i tecnici a non incorrere in letture troppo semplificate dei dati. «Attenzione a parlare di declino e di ridotte spese per la ricerca», ammonisce il ministro. Spese di questo tipo vengono evidenziate dalla grande industria, mentre è molto difficile misurarle per le piccole e medie imprese. Così come è altrettanto fuorviante - ha sostenuto il ministro - calcolare il Pil italiano senza tenere conto della ricchezza generata da società che hanno finanziarie e controllate all'estero. «Credo che noi perdiamo di competitività - ha detto il ministro - ma la causa non è che siamo diventato tutti più stupidi, meno bravi o ci sono più insufficienze; esiste il fatto che altri hanno preso più competitività, ad esempio la Cina». «È stato detto che occorre tornare allo spirito del Dpef precedente all' 11 settembre. Non credo sia possibile, credo che non ci sia un 10 settembre, ma sono piuttosto convinto che ci sia un 12 settembre». Il ministro preconizza un nuovo ruolo per le fondazioni bancarie: «potranno entrare nella Cassa Depositi e Prestiti». Il servizio di tesoreria che attualmente la Banca d'Italia svolge per conto del ministero dell'Economia potrebbe anche essere privatizzato, affidato cioè a una o più banche commerciali.«Non escludo - ha detto Tremonti - che un'alternativa possa anche essere costituita dalla privatizzazione di quel tipo di attività. E sarà di grande interesse ragionare su queste cose».