SARÀ la verifica di Governo a chiarire quali saranno i prossimi passi sul fronte della riforma del sistema ...
A precisare che le pensioni dovrebbero essere uno dei temi centrali della prossima verifica di Governo (slittata alla prossima settimana) è stato il ministro del Welfare, Roberto Maroni, ma sul tema ieri sono proseguite le polemiche dopo che la Corte dei Conti ha sottolineato la necessità di elevare l'età pensionabile «di almeno cinque anni». Il nodo quindi resta quello di convincere le persone a restare il più possibile al lavoro ma, mentre il ministro Maroni è convinto che per questo bastino gli incentivi alla permanenza in attività previsti dalla delega, il ministero dell'Economia starebbe valutando i risparmi che potrebbero derivare da eventuali penalizzazioni per chi esce dal lavoro prima dell'età di vecchiaia (65 anni per gli uomini, 60 per le donne). Maroni ha affermato la necessità di un giro di vite sulle invalidità citando dati secondo i quali nelle diverse Regioni le percentuali di indennità dovuta a disabilità sarebbero molto diverse. «Ci sono dati allarmanti - ha spiegato - da cui si può dedurre un utilizzo non propriamente corretto dell'istituto in alcune Regioni. In Veneto la percentuale di invalidità rispetto alla popolazione è del 4%, mentre in altre Regioni è di oltre il 15%. O sono Regioni particolarmente sfortunate o c'è qualche abuso. Parliamo - ha concluso - di importi rilevanti, superiori ai 10 miliardi di euro all'anno». Intanto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo intervento al Senato ha ribadito la necessità di «misure di riforme europee comuni dei sistemi pensionistici e presidenziali», annunciando che il ministro dell'Economia ha in corso «specifiche iniziative» con gli altri partner comunitari. Così il ministero dell'Economia fa i conti su quante potrebbero essere le persone coinvolte da una eventuale stretta sulle pensioni di anzianità e quanti i possibili risparmi, mentre i sindacati tornano a dare l'altolà sia alla parte della delega sulla decontribuzione sia all'ipotesi di nuovi interventi sulle anzianità.