Occupazione, ad aprile 300 mila posti in più Soddisfazione dalla maggioranza e dall'opposizione che cerca di attribuirsi il merito
057.000.È il massimo di sempre, che supera il record precedente, a quota 21.984.000. Rispetto ad aprile 2002, gli occupati sono cresciuti di 301mila unità. Grande soddisfazione è stata espressa dagli esponenti del governo: ed è iniziata la caccia alla paternità del bel risultato. Merito delle politiche del centro-destra, secondo la maggioranza. Merito delle misure adottate ai tempi del centro-sinistra, ha ribattuto l'opposizione. Merito dell'impegno delle imprese, sostiene il presidente di Confindustria, Antonio D'Amato. Più che nuovi posti, c'è stata emersione di quelli esistenti, ha frenato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. I numeri dell'Istat certificano che la tendenza dell'occupazione è in crescita da cinque anni. Nell'aprile 1998, gli occupati erano stati 20.357.000: cinque anni dopo, il loro numero è dunque cresciuto di 1.700.000 unità. Nello stesso periodo, il tasso di disoccupazione è calato dal 12,1% all'8,9%. In altre parole, si è di fatto colmato il divario che l'Italia aveva nei confronti delle altre nazioni europee. Resta il problema di una disoccupazione per nulla uniforme: nel Nord-Ovest il tasso è sceso dal 4,5% al 4,1%, nel Nord-Est dal 3,6% al 3%, al Centro dal 6,8% al 6,6%. Invece, nel Mezzogiorno, la disoccupazione è ancora troppo elevata: dal 18,5% al 18,4%. Leggendo i dati Istat, a trainare l'occupazione nell'ultimo anno sono state le persone di età tra 50 e 59 anni: sono 147 mila i lavoratori in più sul totale di 301 mila nuovi occupati. Prevalgono le donne, la cui componente è cresciuta del 2,3% (+190mila) a fronte di un aumento dei maschi dello 0,8% (+111mila). Cresca maggiormente il numero dei lavoratori dipendenti. I settori più dinamici sono stati terziario e costruzioni. Contenuto il progresso degli occupati nell'industria, in flessione l'agricoltura. Dal governo, esultano il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano («L'Italia va in controtendenza rispetto all'Europa in un fenomeno non secondario come la crescita dell'occupazione») e quello del Lavoro, Roberto Maroni («È il frutto della politica di questo Governo, sostenuta dall'iniziativa delle parti sociali, alle quali va il merito»). Per l'economista di Forza Italia, Renato Brunetta, il merito va anche al centro-sinistra: «È un grande risultato, frutto delle riforme realizzate negli ultimi anni». Molto più cauta la Cgil.