Agricoltura, al via la riforma

Ma alla fine l'accordo sulla riforma più radicale nella storia della Politica agricola europea (Pac), c'è stato. Le nuove direttive infatti, daranno certezze agli agricoltori fino al 2013 e secondo il commissario Ue all'Agricoltura Franz Fischler «rafforzeranno la posizione dell'Ue al round multilaterale» in programma a metà settembre a Cancun in Messico. Certezze di cui non tutti sono convinti, in particolare Francia e Germania secondo cui gli interessi degli agricoltori non sono stati difesi; il Portogallo invece è stato l'unico paese che ha votato contro. Due le novità principali della Pac: la prima riguarda l'istituzione di un aiuto unico per azienda sganciato dalla produzione sulla base dei premi ottenuti dagli agricoltori in passato (2000-2002) per cereali e prodotti zootecnici. Sono comunque previste deroghe per salvaguardare la produzione italiana di grano duro nelle aree tradizionali e il premio alla macellazione. La seconda novità concerne l'avvio, anche se in misura minore di quella auspicata, di una ridistribuzione dei finanziamenti europei all'agricoltura tra gli stati membri tramite una taglio degli aiuti pagati direttamente ai produttori da destinare allo sviluppo rurale. L'Italia ha votato a favore per una riforma definita dal Ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno «difficile, ma che rappresenta un cambiamento necessario per la politica agricola comune, anche se ancora incompleto». Nonostante gli aggiustamenti, il «saldo economico dell'operazione resta positivo con ulteriori 13,14 milioni di euro» che saranno disponibili ogni anno per l'agricoltura e per lo sviluppo rurale in Italia. Rispetto alla proposta iniziale, si registra un indebolimento del meccanismo di ridistribuzione degli aiuti verso il mondo rurale, anche se comunque ottiene 28 milioni di euro supplementari ogni anno; in positivo invece si ottiene una maggiore articolazione del processo di sganciamento degli aiuti dalla produzione. «Non possiamo ritenerci soddisfatti perchè carni bovine e grano duro scontano significative riduzioni dei trasferimenti» afferma deluso il presidente della Confagricoltura Augusto Bocchini.