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Fiat, le banche pronte a sostenere l'aumento di capitale

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Il manager, da sempre vicino alla famiglia Agnelli, ha definito "priva di fondamento" la voce circolata a poche ore dal consiglio di amministrazione che deve varare il piano di rilancio del gruppo, che lo dava prossimo, anzi già da oggi, come nuovo amministratore delegato della divisione Auto (marchi Fiat, Alfa, lancia, Ferrari e Macerati) del Lingotto. Ma l'attesa principale è rivolta al consiglio di amministrazione di oggi al termine del quale si conosceranno finalmente i particolari del piano di rilancio (che ieri pomeriggio ha avuto l'ok ufficiale anche di san Paolo Imi, una delle banche creditrici) e in particolare se sono vere le indiscrezioni dei giorni precedenti, in particolare i 12mila tagli sopratutto all'estero e una cospicua quota di fatturato da investire nella ricerca (fino al 6%), nuovi modelli per il rilancio dell'auto e nessuna chiusura degli stabilimenti italiani. In una conference call che si terrà nella stessa giornata di oggi, gli istituti bancari impegnati con il Lingotto daranno via all'aumento di capitale da 1,8 miliardi previsto dal piano. Ma San Paolo Imi, che ha convocato per questa mattina il comitato esecutivo, chiede tempo prima di dare l'ok alla revisione del prestito convertendo e al prestito sindacale da 2 miliardi di euro. Per questo, la mossa più probabile è che venga dato l'assenso alla copertura finanziaria del piano industriale, avviando il confronto sulla parte restante della manovra finanziaria. E insieme a quella di Montezemolo arriva anche un'altra smentita, quella riguardante la presunta insoddisfazione di General motors nei confronti del piano General Motors: "Non è vero che abbiamo detto che il piano non ci entusiasma", spiega la portavoce del colosso di Detroit Toni Simonetti. In tanto tornano alla carica i sindacati. Fim-Cisl "si aspetta di avere risposte alle obiezioni che sin dallo scorso luglio ha avanzato sulle strategie del gruppo Fiat". Lo ha affermato alla vigilia dell'incontro tra il grupo torinese e i sindacati, il segretario nazionale dell'organizzazione dei metalmeccanici, Cosmano Spagnolo. Tre i punti su cui Fim-Cisl chiede chiarimenti al Lingotto: "primo - ha detto il sindacalista - se c'e' la conferma della vocazione industriale del piu' grande gruppo ialiano e quale ipotesi di rilancio presuppone". Il sindacato chiede anche se la Fiat continuera' a concentrarsi sul 'core business' dell'auto, quali interventi finanziari si intendono attivare per abbattere l'indebitamento, infine chiede che "dopo la vendita di Toro, Fidis e Fiat Avio si ponga fine alla politica di cessioni e che Marelli, Teksind e Comau restino nel gruppo in quanto sinergiche con il suo core business".

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