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Consumi, aprile boom le vendite accelerano per l'effetto Pasqua

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Ma si tratta solo di una fiammata: la Pasqua ha trainato le vendite, soprattutto quelle alimentari e legate alla mobilità quali l'abbigliamento sportivo, lasciando però spazio solo ad un ottimismo moderato che non sembra indicare una ripresa della domanda interna. Il dato diffuso dall'Istat sconta l'effetto Pasqua: Confesercenti e Confcommercio ne sono convinte. Il risultato lascia invece riflettere il ministro delle Attività Produttive Antonio Marzano, secondo il quale «bisogna tenerne conto» anche in vista del ventilato decreto sui consumi, sul quale ribadisce «di avere delle perplessità». Le festività hanno spinto le vendite dei prodotti alimentari, cresciute del 9%, mentre quelle non alimentari hanno registrato un più modesto 3,3%. Fra le voci non alimentari, precisa l'Istat, spicca però la performance degli articoli sportivi e da campeggio (+5,3%), seguiti da foto-ottica e pellicole (+4,3%) e prodotti di profumeria e cura della persona (+4%). Al +5,7% ottenuto in aprile dalle vendite al dettaglio hanno contribuito in modo consistente le imprese della grande distribuzione (+8,6%), seguite a larga distanza da quelle attive invece su aree più piccole (+3,6%). In particolare, le grandi imprese hanno registrato un incremento delle vendite pari al 7,5%. Le aziende piccole sono invece riuscite a superrare quelle di medie dimensioni, mettendo a segno un +3,9% a fronte del +3,5% di quelle medie. Del dato sull'andamento delle vendite al dettaglio «bisogna tenerne conto» anche in vista del ventilato decreto sui consumi, ha detto Marzano, ribadendo di avere «delle perplessità» sul decreto che rischia di spostare la spesa da certi consumi ad altri. «Sul possibile decreto consumi - ha spiegato il ministro - ho delle perplessità che ho già espresso in altre occasioni: se si deve fare non deve infatti provocare solo uno spostamento della spesa da certi consumi ad altri. Anche perchè poi mi chiedo cosa accadrà una volta scaduti gli eventuali incentivi». Per Confcommercio e Confesercenti si tratta solo di una fiammata e non di una ripresa dei consumi.

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