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Ocse, la salute costa più del pil

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Lo sottolinea il rapporto «Health Data 2003», che fa un'analisi comparata nei 30 paesi industrializzati che fanno parte dell'organizzazione internazionale, rilevando come siano il caro-medicinali e la diffusione delle tecnologie moderne a far lievitare la fattura sanitaria. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2001 appunto i paesi industrializzati hanno speso in media lo 0,3% in più rispetto all'anno prima, con le punte massime che vanno dal 13,9% degli Usa e al 10,9% della Svizzera a quelle minime del 6,6% della Polonia e 5,7% della Slovacchia. L'Italia ha speso esattamente come la media Ocse, l'8,4%, lo 0,2% in più dell'anno prima. Negli ultimi 10 anni (1990-2001) le spese mediche sono aumentate nei paesi dell'Ocse del 3,4% contro una crescita del PIL del 2,1%. In questo periodo in Italia la sanità ha registrato una progressione dell'1,9% mentre l'economia ha viaggiato alla media annua dell'1,4%. I soli paesi dove la crescita del PIL è stata superiore all'incremento delle spese sanitaria sono la Finlandia (0,5 a 1,6%), l'Ungheria (2,1 a 2,6%) e il Lussemburgo (3 a 3,9%). Nel 2001 sono aumentate maggiormente le spese sanitarie pubbliche, con un incremento del 5,8% contro il 4,8% del settore privato. Il settore pubblico si è attestato nell'Ocse a 72% del totale, con una media che comprende il 44% degli Usa e l'88% dei paesi scandinavi. Secondo il rapporto , il forte aumento delle spese dei medicinali è una delle principali cause della progressione dei bilanci sanitari della maggior parte dei paesi dell'Ocse.

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