Fiat, la scure cala sui manager
Morchio incontra le banche. Verso un ricambio nell'auto. Boschetti in uscita
riduzione dei guadagni dei top manager (tra l'altro sarebbero previsti 120 esuberi tra i 700 dirigenti del settore auto) e delle società che fanno parte della galassia del gruppo; grande attenzione a sviluppo e ricerca a cui andrà il 5% del fatturato. Sono questi alcuni punti cardine del piano di rilancio Fiat che verrà presentato in consiglio di amministrazione il 26 prossimo. L'obiettivo principale è di fermare l'emorragia finanziaria: secondo uno studio del Csfb, il debito netto del gruppo a fine anno dovrebbe scendere da 5 miliardi a 1,7 miliardi (i 600 milioni delle dismissioni non hanno dato molto ossigeno). C'è poi la carta dell'aumento di capitale. Le indiscrezioni più recenti lo davano vicino ai 3 miliardi di euro. E la cura dimagrante del gruppo prevede anche la riorganizzazione di Iveco, con lo snellimento delle attività spagnole della filiale Pegaso e il ridimensionamento della fabbrica di Brescia. Il management Fiat dovrà in ogni caso concordare le scelte finanziarie con il pool di banche creditrici. In questo senso, proprio ieri, l'amministratore delegato del Lingotto, Giuseppe Morchio, nel giro d'incontri ad alto livello in vista del 26, si è visto con Corrado Passera, ad di Banca Intesa, col presidente del gruppo San Paolo Rainer Masera e dopo con il ministro Antoni Marzano (nei prossimi giorni il piano sarà illustrato anche a Maroni e Tremonti). In vista anche il cambio al vertice di Fiat Auto. Morchio sarebbe a caccia del sostituto di Giancarlo Boschetti ma i primi contatti con due ex dirigenti Pirelli non hanno sortito effetti. E se anche Umberto Agnelli sceglie la strada della riservatezza ("Non parlo fino alla presentazione del piano il 26 a Torino") parlano eccome la Fiom e il suo consulente finanziario Sergio Cusani. Secondo il segretario generale Gianni Rinaldini, per risolvere la crisi della Fiat, occorre mettere mano all'azionariato del Lingotto "con l'ingresso di nuovi soci privati e pubblici, la messa in minoranza della famiglia Agnelli e l'inserimento nel Cda di cinque consiglieri indipendenti in grado di assicurare la massima trasparenza". Di fronte ad una situazione di "assoluta emergenza" e "di una gravità senza precedenti" Rinaldini ha chiesto di incontrare il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio per presentare le proposte del sindacato per la nuova Fiat. Tra le cure indicate dal sgretario dei meccanici Cgil c' è anche "l'apertura di un tavolo nazionale che comprenda le banche coinvolte, il governo, i sindacati e la Consob". Secondo Cusani, il Lingotto ha "cresciuto ulteriormente il proprio indebitamento finanziario, che da 27,2 miliardi di euro al 31/12/2002 è salito a 28,11 miliardi nel primo trimestre 2003". Ma in serata la Fiat ha precisato che l' indebitamento del gruppo Fiat rispetta «gli obiettivi finanziari concordati con le banche finanziatrici, che sono ampiamente raggiunti attraverso le dismissioni e gli interventi di riduzione dei costi».