Ance: pochi soldi. Lunardi: pronti 4,5 miliardi
E, ha aggiunto il presidente dell'Ance, Claudio De Albertis, all' assemblea annuale dell'associazione, «anche considerando tutte le risorse assegnate, sinora risulta disponibile appena il 29% del fabbisogno». All'allarme dell'Ance ha risposto il ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi. Il governo sta facendo la sua parte, ha detto. Lunardi ha annunciato l'inserimento nella prossima Finanziaria di «un volano da 4,5 miliardi di euro» per le infrastrutture. Ma intanto, ha proseguito, sono stati aperti cantieri «per 30 mila miliardi di vecchie lire, e nei prossimi due anni apriremo cantieri per 52 mila miliardi. Quindi un totale di 82 mila miliardi di lire». Non è vero, poi, che la bilancia pesi solo a favore delle grandi opere. «Conosco i timori dell'Ance - ha risposto Lunardi - ma ci sono molte opere ordinarie che sono già partite; direi anzi che in tanti casi sia Anas che Fs hanno fatto partire più opere ordinarie che opere strategiche». E, ha proseguito il ministro, nel primo anno di governo sono state attivate opere per 32.214 milioni di euro, e ne sono state cantierate altre per 6.000 milioni. Nel secondo anno, le opere attivate sono state pari a 28.876 milioni mentre quelle cantierate sono state 19.400 milioni. Secondo l'Ance però, il bilancio degli ultimi anni propende per il rosso: «tutto quello che si poteva fare non si è fatto», ha stigmatizzato De Albertis. E l'elenco è lungo: federalismo contraddittorio, fiscalità penalizzante, lotta al sommerso non ancora vinta. Gran parte delle riforme segna il passo. «Permangono anomalie di un mercato delle costruzioni ancora poco efficiente. Bene gli interventi per una maggiore semplificazione della macchina della pubblica amministrazione, per meno rigidità e vincoli nell' uso del territorio, la flessibilità nella gestione degli strumenti urbanistici». Ma «tutto ciò - ha insistito il presidente dei costruttori - non è sufficiente per dare tranquillità alle imprese».