Energia, con la riforma nessun aumento

Dopo aver imposto la settimana scorsa uno stop al progetto comunitario, ieri il Governo ha dato il suo via libera in cambio di una serie di rassicurazioni sui costi che la riforma avrà sul sistema produttivo nazionale. Un allarme lanciato in particolare da Confindustria aveva infatti quantificato in circa 850 milioni di euro l'anno il peso della riforma sulle aziende. E questo a causa in particolare dei maggiori costi cauasti dagli scambi transfrontalieri di elettricità. Le norme in esame a Lussemburgo prevedono infatti che in caso di congestione della rete, per esempio quando non si riesce a trasportare elettricità sufficiente a soddisfare la domanda, si possa ricorrere a criteri di mercato come aste o gare pubbliche. Un sistema che a giudizio di Confindustria comporterà un aggravio di costi notevole, visto che l'Italia importa in media il 20% della propria elettricità e che i costi interni sono superiori alla media europea. L'Italia aveva quindi bloccato l'intera questione chiedendo che il caro tariffe fosse preso in esame a livello comunitario. Una richiesta messa ieri a verbale a Bruxelles e grazie alla quale oggi a Lussemburgo sarà raggiunta l'unanimità necessaria ad approvare il piano. Nel dettaglio il Governo italiano riconosce «i benefici di lungo periodo del piano che porterà a una riduzine della congestione derivante dalla piena attuazione del regolamento». Ma ottiene anche l'assicurazione che «l'attuazione e la definizione di nuove linee guida tengano conto di soluzioni in grado di evitare un possibile aumento dei prezzi per gli utilizzatori finali». Il ministro delle Attività produttive Antonio Marzano si è infatti detto certo che alla fine «sarà un comitato istituito presso la Ue a decidere l'approvazione o meno degli strumenti necessari all'applicazione della riforma».