Eurolandia, vera ripresa solo nel 2004
Ieri la voce della banca centrale è risuonata col presidente Wim Duisenberg al Parlamento europeo, col vicepresidente Lucas Papademos a Vienna, e a Francoforte con la pubblicazione del bollettino di giugno. Ecco dati, previsioni, indicazioni. In Eurolandia il Pil quest'anno aumenterà tra lo 0,4% e l'1%, mentre nel 2004 l'incremento dovrebbe collocarsi tra l'1,1% e il 2,1%. Le stime precedenti, del dicembre 2002, prevedevano una crescita tra l'1,1% e il 2,1% nel 2003 e tra l'1,9% e il 2,9% l'anno prossimo. Duisenberg ha detto di prevedere un graduale rafforzamento della crescita del pil nella seconda metà del 2003, con accelerazione nel 2004. Permangono, tuttavia, rischi al ribasso per l'economia dovuti agli squilibri macroeconomici accumulati all'esterno dell'area euro e alle possibili ripercussioni negative della sindrome respiratoria acuta grave (Sars). Quanto alla fine del conflitto iracheno non ha portato miglioramenti. Buone le prospettive di andamento dell'inflazione, che dovrebbe oscillare intorno al 2% sino alla fine del 2003 per registrare un «notevole calo» nel 2004. Preoccupazioni particolari non giungono dal fronte della deflazione. In Eurolandia non vi sono rischi, si legge nel Bollettino, che spiega come «all'interno di un'unione monetaria il concetto di deflazione non sia significativo se applicato alle singole regioni che lo compongono» La Bce è comunque pronta a intervenire per contrastare un'inflazione troppo bassa, ha ricordato Duisenberg a Bruxelles, aggiungendo che, se sarà superiore al 2%, sarà più difficile tagliare ancora i tassi. In politica monetaria, Duisenberg è apparso poco conciliante riguardo all'ipotesi di un'ulteriore riduzione del costo del denaro, dopo la sforbiciata di 50 punti base di giovedì scorso. Espliciti i riferimenti all'urgenza di riforme per rilanciare l'economia e all'insoddisfazione su come alcuni paesi di Eurolandia stanno risanando i bilanci. Sul fronte dei conti pubblici, Duisenberg ha richiamato Germania, Francia, Italia e Portogallo. E il Bollettino sottolinea che questi quattro paesi, la cui situazione «desta forte preoccupazione», dovranno «imperativamente intensificare i propri sforzi». Ma questi, se basati soprattutto su aumenti ad hoc del prelievo fiscale e su misure una tantum, secondo la Bce, comportano non solo il rischio di non produrre gli effetti di bilancio desiderati nel breve termine, ma anche quello di non affrontare i costi di bilancio associati all''invecchiamento della popolazione e al basso trend di crescita. E solo la Germania, per l'Istituto centrale, prevede di mettere in atto le correzioni necessarie mentre gli sforzi programmati da Francia, Italia e Portogallo «non soddisfano i requisiti».